Un momento di riflessione e dibattito tutt’altro che scontato, perché la “riscoperta” delle idee di Bettino Craxi da destra è operazione politicamente e idealmente inedita. Mentre a sinistra si litiga sull’opportunità di approfondire la figura di Craxi, a vent’anni dalla sua morte, ci ha già pensato Giorgia Meloni a inquadrare un’idea ben precisa sulla posizione di Fratelli d’Italia: “Il sistema politico italiano durante la prima repubblica ha toccato livelli di corruzione sistematica che Craxi ha avuto il coraggio di ammettere – è stato il commento di Giorgia Meloni -. Non giustifico quel modello ma certamente all’epoca si usarono 2 pesi e 2 misure. Furono colpiti pezzi di sistema e scagionati altri a fini politici. Il Msi fu l’unico partito ad essere immune al sistema delle tangenti che finanziarono il Psi di Craxi quanto il Pci e la Dc. A Craxi non perdonarono la condanna del Comunismo avvenuta a sinistra in tempi non sospetti”. Ma nella destra italiana, oggi, viene sottolineata soprattutto la visione di Italia sovrana che caratterizzava il pensiero craxiano: “Di lui – ha detto la Meloni – voglio ricordare la visione strategica che rese l’Italia protagonista nel Mediterraneo consentendoci di ritagliarci un ruolo non secondario. A confronto del governicchio attuale il Craxi di Sigonella era un gigante”. E proprio quella visione sarà al centro del dibattito di venerdì 21 febbraio a Milano, alle 18:30, presso Palazzo delle Stelline in corso Magenta 61, per un evento promosso da Marco Osnato e Stefano Maullu, rispettivamente Deputato e Membro dell’Esecutivo Nazionale di Fratelli d’Italia. “E’ doveroso farlo – sono le parole dei due esponenti del partito di Giorgia Meloni – perché nel suo percorso ideale e politico e nella sua visione dell’Italia in Europa e nel Mondo è stato un vero Patriota che ha messo sempre l’interesse nazionale prima di ogni cosa, prima anche degli interessi di una certa sinistra che Craxi ha avuto il coraggio di superare proprio per l’amore verso questa la Patria. Una certa storia ha provato a circoscrivere Craxi all’interno della vicenda giudiziaria di Tangentopoli, che a noi poco interessa in questo contesto, ma Craxi certamente è stato ed è molto di più e soprattutto oggi la sua idea concreta di Italia sovrana va sottolineata”. Un tema molto discusso da anni e un’analisi abbastanza inedita nell’area politico-culturale della Destra italiana: “Non stupisce che una certa sinistra continui a evitare accuratamente un’analisi profonda su questa visione di Italia sovrana – continuano Osnato e Maullu – proprio perché evidentemente il valore della sovranità italiana che portava avanti nei fatti Craxi mette in difficoltà quella stessa sinistra oggi votata ad un globalismo autolesionista nel quale l’Italia viene troppo spesso svenduta e umiliata. Bettino Craxi trent’anni fa anticipava i problemi dell’Europa, immigrazione su tutti, con una lucidità disarmante, senza alcuna paura di poteri che forse già allora si immaginavano un’Italia supina di fronte alle grandi lobby finanziarie. Tutti validi motivi per rimettere al centro questo pensiero di Craxi su patria e identità. Le polemiche le lasciamo ad altri e il giudizio alla storia, la sua visione e il suo amore per l’Italia sono un patrimonio, da riscoprire e valorizzare”. All’evento di venerdì 21 febbraio intervengono, oltre a Marco Osnato e Stefano Maullu, il vice presidente di FdI alla Camera Tommaso Foti, Alfredo Mantica, Alessandro Colucci e Loris Zaffra.
Solite scemenze da parte di chi allora sfilava in guanti bianchi e tirava le monetine, insultava Craxi in parlament o per le sue posizioni filopalestinesi. Craxi ha avuto un unico merito ed è Sigonella e le sue posizioni filoarabe (contestate da Berselli, Fini, Tremaglia e tutta la compagnia). Per il resto lo jus soli in Italia è stato introdotto dalla famosa Legge Martelli, i rapporti con figuri quali Berlusconi e Ligresti, la disonestà ella classe dirigente socialista, il ebito pubblico ed infine gli accordi di Maastricht furono voluti da Andreotti , De Michelis e Craxi (per far pagare il nostro debito ai tedeschi.). Onore comunque a chi ha pagato duramente la sua opposizione al sionismo, ma per il resto è stato un disastro.
Sono d’accordo con l’analisi fatta da Gallarò. Di Craxi va apprezzato il fatto di aver demarxistizzato il PSI, ma non merita troppi elogi. Indubbiamente, rispetto ai politicanti odierni a confronto é un.grande statista
L’iniziativa di FDI è politicamente bene analizzata, strutturata a fini di visibilità politica ( che i milanesi sicuramente apprezzeranno)per potenziare il suo bacino elettorale, finalmente anche nel milanese.E’assolutamente necessaria per poter porre fine al lassismo e degrado vergognoso che i comunisti al potere da lungo tempo purtroppo hanno,come è nel loro DNA fatto sì che succedesse .E pensare che al tempo di CRAXI Milano era all’avanguardia in Europa assieme a MONACO Di BAVIERA,
Dire che Craxi fu “sovranista” è una gran bufala. A parte l’amicizia con Arafat e Sigonella, niente altro in decenni di carriera politica!
Capisco che Fdi abbia bisogno di “padri nobili”. Ma li cerchi altrove.
Rimane il fatto che tutto quello che gli è successo ha origini mediorientali: furono i Leeden e i Luttwak con le loro quinte colonne in Italia a cucinare il cinghialone.Rimane il fatto che gli ex missini non hanno pudore: senza Mani pulite sarebbero ancora in giro a diseganre celtiche e lanciare proclami farlocchi.
Milano se era all’avanguardia al tempo di CRAXI è un dato di fatto,non è un’opinione,autoincensarsi sul tempo andato non modifica la realtà.Nessuno sta’ dicendo che fosse di destra o li vicino.Tutti,dico tutti erano ipocritamente, vigliaccamente,viscitamente ferocemente contro,financo il PLI,Zanone già scordato!! Certamente era anti comunista ed era infinitamente migliore di Sala di Pisapia ecompany.Certamente era sovranità,non solo per Sigonella, andò financo alla MANSION HOUSE della city di londra,primo Italiano dopo Garibaldi prima che partisse per i mille,facendo un discorso difronte alla Margaret Thatcher e tutto Establishment Inglese dicendo fra l’altro che l’ITALIA aveva superato l’Inghilterra come ricchezza.Quando trattava con tutti i grandi dell’Unione EU era un colosso per il bene del nostro paese.Al tempo di CRAXI la realtà EU era completamente diversa e certamente con lui non si sarebbe in questa realtà. Altro che la vergogna Monti,Letta,Renzi,Gentilini, già scordato pure quelli..Certi pettegolezzi miseri da festival dell’unità hanno solamente la pretesa speculare di manipolare la realtà.Spero che FDI si tenga alla larga da questi gravami..
Ma mi chiedo come si fa dopo aver fatto un convegno intitolato a Reagan e appiattito sulle posizioni atlantico-sioniste a fare adesso un dibattito su Craxi… Cioè ma questi un minimo di coerenza e dignità politica ce l’hanno? Riprendo un articolo di questi giorni:
“Ho sulle mie spalle abbastanza anni per ricordare i fatti di Sigonella e l’orgogliosa difesa che Bettino Craxi, nel nome del “socialista tricolore” (10), fece della nostra sovranità nazionale contro l’arroganza di Ronald Reagan che, come fosse padrone in casa nostra, pretendeva di gestire da Washington la resa dei dirottatori dell’aereo atterrato sul suolo italiano. Ne scaturì un acceso dibattito parlamentare, attualmente visionabile su youtube, durante il quale contro un Craxi che, pur riconoscendo il diritto di Israele ad esistere nei limiti, da esso non rispettati, del mandato Onu, aveva preso le difese delle ragioni dei palestinesi – egli non esitò a definirli un popolo in lotta per la liberazione della propria patria – si scagliarono, schiuma alla bocca, proprio i deputati del Msi, molti dei quali avevano combattuto in armi contro gli americani. Anche allora la destra identitaria entrava in cortocircuito perché allineava e subordinava il preteso sovranismo ai voleri degli Stati Uniti. Fu quella una delle tante occasioni nelle quali il tradimento politico consumato ai danni della base militante anti-americana di quel partito si rese palese convincendo molti a lasciare quelle sponde per ben altri e migliori lidi culturali e spirituali. Le radici, anziché essere tolkienanamente profonde e non gelate, erano evidentemente già marcite sicché pochi dei transfughi restarono sorpresi, qualche anno più tardi, del successivo rocambolesco capovolgimento di fronte, in senso liberal-conservatore, di Gianfranco Fini a Fiuggi. Sembra, a distanza di quindici anni, che nulla sia cambiato dai tempi dello sdoganamento berlusconiano del Msi in An. La Meloni va ripetendo gli stessi tragici errori di Gianfranco Fini. 10. Craxi al marxismo ufficiale del suo partito aveva sostituito la linea nazionale Mazzini-Pisacane-Ferrari, di matrice proudhoniana, babeufiana e buonarrotiana, e ben prima di Berlusconi aveva sdoganato l’allora Msi conscio di certe comunanze ideali, in ordine all’eredità del patriottismo sociale, tra il suo Psi e il Msi se quest’ultimo fosse stato coerente con sé stesso.” Tratto da GIORGIA L’AMERICANA – ambiguità del conservatorismo nazionale – di Luigi Copertino
Saluto fraternamente Tullio dicendogli che le sue osservazioni sono giustissime, però forse allora c’è da dire che il PSI non era ancora egemonizzato dalla linea autonomista e che quindi il PSI era in fondo ancora filo-marxista, poi lo stesso Craxi in seguito fu il primo a legittimare il MSI in seguito ed a denunciare molti dei crimini dei comunisti anche durante gli anni di piombo, è altresì vero ed incontestabile che egli aveva stretto alleanze geo-politiche con quei paesi socialisti dissidenti fra cui la Jugoslavia e che quindi fece molte concessioni a Tito, su questo non ci sono dubbi e sicuramente nella sua idea di una specie di lega dei paesi socialisti anche la Jugoslavia giocava allora una parte importante… Su tutto il resto concordo infine con quanto detto da Gallarò e Werner.
Un altro paio di cose da dire che secondo me devono essere alla base di un analisi seria a livello storico e non ideologico: l’amicizia Mussolini-Nenni, ed il ruolo di quest’ultimo come padre putativo di Craxi e fondatore della linea autonomista del PSI. Le stesse parole di Craxi nel ’96 da Hammamet in un intervista allo Spiegel, in cui “riabilita” il Duce dicendo che “…egli fu un progressista fino alla fine della sua vita” e che fu “uno dei pochi che ha ben valutato Garibaldi in tutta la sua grandezza” ed altre parole di elogio seppur critico nei confronti dell’hitlerismo… Ovviamente queste parole furono accolte con disgusto da tutta al sinistra ma anche gli esponenti dell’allora AN non si distinsero come al solito per lungimiranza,insomma il solito cortocircuito culturale… Infine l’ultimo ma forse il più importante fatto da prendere in considerazione, Mussolini il 24 aprile del 1945 scrisse il suo testamento politico e lo consegnò nelle sedi del Partito Socialista di Milano, i socialisti lo respinsero. Un analisi seria del Fascismo, della figura mussoliniana e dei rapporti con il socialismo non può prescindere da questo fatto,ci dovremmo domandare perchè Mussolini prese quella decisione e quali prospettive vedeva nel voler consegnare la sua eredità politica al PSI, secondo bisognerebbe provare a immaginare cosa il PSI avrebbe potuto fare se avesse accettato quell’eredità complessa e pericolosa. Ovviamente non è possibile rispondere realmente a tali quesiti, ma ritengo che queste domande comunque debbano essere poste, ripeto a livello di analisi storica senza assolutamente coinvolgere il piano ideologico, perchè il Fascismo ebbe una dottrina completa redatta da Gentile e Mussolini e fu un ideologia di sintesi a se stante rispetto al socialismo, pur essendo in qualche modo imparentato a quest’ultimo e pur avendo assieme a tutte le ideologie novecentesche la propria matrice originaria nella Revolution dell’89, pur se per quanto riguarda il Fascismo in una maniera conflittuale.
Il comportamento politico della Meloni parla da sé.Sta’facendo scuola infatti tutti la stanno copiando.. Dimostrazioni viaggi negli USA,Salvini, Zingaretti,Di Maio etc.subito a seguire.Questa è indiscutibilmente la realtà il resto sono chiacchiere,belle colte intelligenti,fanno passare piacevolmente il tempo.Ma nella condizione politica in cui vive l’ITALIA nessuno menziona il bravissimo Mattarella!!! Bene molto bene..
Mussolini contava sui “pontieri” ma questi contavano quasi nulla tra i socialisti e si vide. Lombardi, Pertini, ma pure Nenni, erano i più accaniti sostenitori del processo sommario e dell’esecuzione di Mussolini. Il duce faceva comodo morto a tanti. Per giunta gratis, i comunisti lo fecero per i Servizi inglesi a pagamento (tesoro Dongo)!
Mussolini avrebbe forse dovuto ricordarsene prima dei socialisti, non mandarli in galera ed al confine per quasi 20 anni; non quando aveva l’acqua alla gola e cercava disperate ciambelle di salvataggio che nessuno gli poteva dare… ALMENO POTEVA MORIRE DA FASCISTA, NON TRAVESTITO DA IMPROBABILE SOLDATO DELLA WEHRMACHT IN FUGA…
Garibaldi era un emerito cialtrone, più che un Eroe senza macchia. Mack Smith ha riportato brani di una lettera del Re (che pure aveva sostenuto apertamente la Spedizione dei Mille, contro le riserve del suo Primo Ministro) a Cavour del 22.11.1869:
«Come avete visto, ho liquidato rapidamente la sgradevolissima faccenda di Garibaldi, sebbene — siatene certo — questo personaggio non è affatto così docile né così onesto come lo si dipinge, e come voi stesso ritenete. Il suo talento militare è molto modesto, come prova l’affare di Capua, e il male immenso che è stato commesso qui, ad esempio l’infame furto di tutto il denaro dell’erario, è da attribuirsi interamente a lui, che s’è circondato di canaglie, ne ha seguito i cattivi consigli e ha piombato questo infelice paese [il Sud] in una situazione spaventosa …».
(Denis Mack Smith, Garibaldi. Una grande vita in breve, Bari, Laterza 1970, p.285).
1860, pardon…
Non 1869, 1860, pardon…
Stefano. Ma il 24 aprile 1945, chi vuoi che lo pigliasse sul serio! Quel testamento era a dir poco ridicolo, giacchè lui, Mussolini, non aveva più nulla da lasciare, solo parole…Dai, siamo seri… I socialisti “pontieri” che avevano dialogato da mesi su una possibilità di pacifica ‘transizione’, probabilmente non erano altro che degli infiltrati per imbonire il duce con mezze promesse, nessun impegno concreto e vanificarne ogni ipotesi di resistenza al tracollo. La destra italiana a mio avviso fa malissimo ora a rispolverare un Craxi che non le appartiene in nessun modo, neppure in modo trasversale o per contiguità, a cercare affannosamente delle continuità ideali che non ci furono, né nel 1919 e tanto meno nel ’45, dopo tutto quello che era successo nell’Italia Littoria, quella di Rocco, Costanzo Ciano, Starace, Farinacci ecc. ancor più che di Gentile.
Stefano. Craxi sarebbe stato uno dei pochi “che ha ben valutato Garibaldi in tutta la sua grandezza”… Forse Garibaldi fu un antesignano di Craxi nella disinvolta gestione dell’erario… Ma tutta sta ‘grandezza’ di Garibaldi, carisma personale e successo con le donne a parte, vorrei che qualcuno me la spiegasse e consti che non sono ‘papalino’…
Felice guarda che su Garibaldi credo che la pensiamo più o meno allo stesso modo, personalmente non sono di certo un suo estimatore anzi direi piuttosto il contrario, ho solo riportato le parole di Craxi in un intervista del 1996 al giornale tedesco Der Spiegel a proposito di Mussolini, poi si sa che Craxi aveva questa specie di culto feticista per Garibaldi e collezionava anche suoi oggetti etc come si sa che il tema del “risorgimento mancato” è stato comunque un leit motiv sia del fascismo che dei movimenti socialisti…
Il ‘risorgimento mancato’ non esiste, se non in termini del tutto teorici o propagandistici. L’Italia bene o male si fece Stato unitario nel 1861 nel solo modo possibile, con una monarchia progressista al centro come fulcro essenziale. Altri modi furono pensati, ipotizzati, ma non conducevano da nessuna parte….