Dieci anni fa lasciava il percorso terreno Pio Filippani Ronconi (Madrid, 10 marzo 1920 – Roma, 11 febbraio 2010), intellettuale, indologo e uomo di milizia idea. Lo ricordiamo con un suo scritto pieno di tracce per condividere uno stile unico a caratterizzare la propria esistenza ***
«Costantemente mantenersi presenti. Dentro la propria mente. Esercitarsi. Avere una condotta particolare; disprezzare il facile comodo, disprezzare l’inutile lusso; essere uomini raffinati, ma essere uomini fermi. Mantenere la fedeltà della parola. […]
Cosa costa una volta alla settimana, quattro volte al mese, o tre, o due al minimo, andare a farci una bellissima marcia, anche con la pioggia battente? […]
Approfittatene. Approfittate di tutto ciò che di positivo vi dà questa attuale civiltà e cultura. Non disprezzatela, perché l’avversario non deve essere mai disprezzato. È buona norma ammirare anche il nemico, per quello che è o che ha di positivo. […]
Arricchite la vostra cultura, arricchite la vostra anima; studiate bene anche ciò che è contrario a voi. Dovete essere spiritualmente aperti. Gli uomini come voi devono essere capaci di restare incantati per due ore a contemplare un albero. Il senso di Dio, che vi è predicato semplicemente come senso di fraternità tra tutti gli uomini, sviluppatelo per quella che è la contemplazione. […]
La contemplazione delle fonti, delle acque, della bellezza che sta attorno a voi. Un raggio di sole che illumina una strada, una brutta squallida strada: questo raggio di Sole è la luce che Dio vi dà. Dovete farla rivivere nel vostro Spirito come un impulso naturale. E poi un’altra cosa che è alla base di tutto: la fraternità tra di noi. Una fraternità gentile, senza quelle rozzezze a cui molti indulgono nell’illusione di essere più uomini.»
Alle volte si è gemelli di tante anime affini senza saperlo, mentre altri tentato impunemente di divenirlo, storpiando se stessi e buttando fango sugli originali. Cosa che non attecchirà mai. Onore a uomini valorosi che lasciano un segno di sè