«Chi pensa ancora che la tematica ambientale possa trovare le proprie risposte solo a sinistra o solo a destra?», si chiedeva Paolo Colli. E citando l’ambientalista Alex Langer che già nel 1985, in occasione dell’assemblea costitutiva delle “liste verdi”, aveva affermato che gli ecologisti “non sono né di destra né di sinistra” (cfr. Oltre la destra e la sinistra, in Gaia, primavera 2004), proseguiva: «O non è piuttosto un problema trasversale alle ideologie che ha bisogno di riscoprire valori “smarriti” a destra come a sinistra?» (in Facciamo il punto… Assemblea di Subiaco 31/10-2/11 1997). L’ambizione mai celata di Fare Verde è sempre stata quella di «rivendicare un ruolo di sperimentazione e sintesi che i Verdi italiani hanno smarrito seguendo le strade della politica parlamentare, che le associazioni ambientaliste non hanno avuto il coraggio di seguire» (in Fare Verde: situazione, analisi, problemi, metodi ed obiettivi, Campo scuola di Amelia 1995).
Chi scrive può raccontare un aneddoto. Era il 1992 ed era appena uscito il testo che qualcuno a ragione considera la bibbia di Fare Verde, L’uomo l’ambiente e se stesso di Rutilio Sermonti che stava esposto insieme ad altri opuscoli sul banchetto di uno stand della Fiera del Levante di Bari. Un assessore di nostra conoscenza si avvicinò manifestando sorpresa che ci fossero ambientalisti di “destra”. La risposta fu: «se in un bosco c’è un incendio chiedi a coloro che si adoperano a spegnerlo se sono di destra o di sinistra?» Gli aderenti all’associazione non si nascondevano le difficoltà che avrebbero incontrato, pure nel loro ambiente, le diffidenze, i sorrisi di compatimento o le aperte ostilità. Non è un caso se l’agognato riconoscimento presso il Ministero dell’Ambiente, già richiesto nel 1997 con documentazione ineccepibile, dovrà attendere, dopo il parere favorevole dell’apposito comitato nel 1999, un decreto del 2003! Né sono mancati momenti di tensione: il 16 luglio 1995 sette volontari dell’associazione, che a Bari manifestavano insieme ad altri gruppi davanti al Consolato di Francia contro la ripresa degli esperimenti francesi a Mururoa con un proprio striscione e le proprie bandiere, venivano aggrediti da una quarantina di facinorosi dei centri sociali di estrema sinistra al grido “fuori i fascisti dalla piazza”!
Ma l’ambiente non deve essere una tematica monopolizzata solo da una parte politica, e cioè la sinistra. Che poi, come ho avuto modo di scrivere nei miei commenti, l’ambientalismo dei sinistroidi, o pseudotale, viene usato solo in funzione antiindustrialista e antiinfrastrutturale. L’opposizione al Ponte sullo Stretto di Messina è l’unica cosa che condivido con loro, ma per il resto sono solo fuffa.