Non è che uno si sveglia e si riscopre di punto e in bianco profeta del «Nuovo Umanesimo». Neanche se si sta a cavallo di un governo che viene e di un altro che va. Ma con in sella sempre lui, Giuseppe Conte. L’avvocato. Passato dall’essere un perfetto sconosciuto alla reincarnazione in streaming di Alcide De Gasperi. Tutto possibile, per carità. Ma di faccia ce ne vuole davvero tanta per cotonare una transizione politica pazza quanto il momento attuale. Perché non si può passare nel giro di due settimane dall’essere il «burattino» di Salvini e Di Maio a salvatore dell’Europa. Magari lo sarà davvero, ma diamogli il tempo di dimostrarlo. Le premesse intanto sono scricchiolanti. Lo sanno tutti. Perfino gli esperti di storia del pensiero politico.
Se «Nuovo Umanesimo» deve essere, che lo sia davvero. Tanto per cominciare, il premier Conte vada a scrivere se non un libro, almeno un articolo (non meno di settemila battute) che possa servire da bussola. Il titolo, in fondo, già lo ha e pare funzionare. Serve uno sforzo, però. Le parole pronunciate quando ha accettato, seppur con riserva, il bis non bastano. Non può essere la somma veloce di enunciati alla buona (e buoni per ogni occasione) a colmare un vuoto. Ambiente, scuola, lavoro, giovani? Già sentite. Mancava solo l’evergreen della lotta alla fame nel mondo. Se umanesimo fa rima con umanitarismo e buone intenzioni, qui si rischia davvero grosso.
Già l’intesa gialloverde era assai sfilacciata; ma quella giallorossa rischia di esserlo ancor di più. Diciamola tutta: nemmeno la miglior predica di Martin Luther King (massimo rispetto!) saprebbe dare fondamento a un’alleanza declinata al ribasso (per non dire altro). Poco, troppo poco. Mettiamo da parte quindi l’Umanesimo (che è cosa seria e complessa) e riponiamo nel portafogli il santino di Padre Pio. Da cattolico maturo, Conte dovrebbe saperlo perfettamente: il Vaticano II si è fatto già carico della sfida antropologica in atto, ma verso quell’«Umanesimo integrale» che è stato alla base dei pontificati di Wojtyla e Ratzinger. E quindi dei valori-non-negoziabili. A naso, il versante rosso della coalizione, ha ben altri profeti di riferimento.
C’è umanesimo e Umanesimo. Nessuno vuole imbrigliare nuove sintesi; date però le premesse, il risultato non potrà non essere che un nuovo sincretismo. Un mappazzone del pensiero politico più debole.