Caro Presidente,
sei al redde rationem e come vedi dai titoli della stampa che dice di volerti bene, te saresti la vittima dei ruffiani e dei leccaculo che ti sono intorno. No, Presidente, non è così e te lo sai, anche se, com’è tua inarrivabile capacità, ti inventerai una bella bugia di autoassoluzione, alla quale, come tutti i veri artisti della bugia, crederai tu per primo ed incondizionatamente. Per le coincidenze che la storia offre hai avuto in mano i destini della tua e nostra patria, degli italiani desiderosi di essere liberi e liberati dalle sovrastrutture di un cattocomunismo culturale e politico oppressivo, ansiosi di avere il proprio ruolo nel mondo e di affrancarsi dal giogo dell’unione europea.
Hai avuto un consenso senza precedenti che potevi amministrare semplicemente, mantenendo le promesse e seguendo il buonsenso. Ti sei mangiato tutto, come quelli che vincono inaspettatamente all’Enalotto e gettano al vento la montagna di denari che si sono ritrovati fra le mani.
Avevi nei tuoi pressi chi non ti adulava, chi non indulgeva in risate d’occasione alle tue barzellette, chi ti disse davanti a tutti i tuoi parlamentari che eri circondato da ruffiani incompetenti, signorine compromettenti, traditori confidenti, che avrebbero determinato la nostra rovina. Avevi nei tuoi pressi chi ti diceva che la politica ha il suo primato sul denaro e sull’interesse personale e che saresti passato alla storia non per essere un riccone col fiuto degli affari, ma lo statista che aveva liberato veramente l’Italia. Era sufficiente lasciare i propri interessi fuori dell’uscio e liberarsi del contorno. Dicevi di sì e poi mettevi in condizione i tuoi veri amici, che ti dicevano la verità senza particolari interessi personali a farsi da parte, ad andarsene. Non parlo soltanto di me. Penso ai Cicchitto, ai Martino per dirne due fuori concorso e quanti fra i tuoi collaboratori ti furono mal ripagati, fedelissimi. Volevi primo di tutto il tuo interesse, ascoltavi il partito Mediaset, ti fidavi di chi non evitó le intercettazioni che ti rovinarono e che ti è stato vicino non per rappresentarti, ma per controllarti e farti sbagliare. Lasciasti consapevolmente che le sanguisughe ti svenassero, convinto dello strapotere del denaro e che con quello avresti potuto permetterti anche quello che avrebbe affossato i migliori propositi. Hai rovinato tutto te, non altri. Non sei un mostro. Sei così e l’epilogo è stato quello che Indro Montanelli predisse esattamente quando, con la morte nel cuore, ti lasció al tuo destino. Scrivo su facebook perchè non ho altro mezzo di comunicazione a disposizione. Ti abbraccio, perché ti voglio bene, ma non ti perdono non tanto per il male che puoi aver fatto , ma per il bene che non hai voluto fare
Tuo
Maurizio Bianconi