Benvenuti in Belgistan. Qui in foto, il cancello dello stadio di Anderlecht, campo di uno dei club più blasonati del Belgio. Piccolo sobborgo a due fermate di metro da Bruxelles, dove un tempo ha abitato Erasmo da Rotterdam e dove la Collegiata dei santi Pietro e Guido, con la sua torre gotica, riempie ancora oggi l’orizzonte.
Per arrivare lì abbiamo sbagliato strada, abbiamo attraversato un quartiere abitato quasi esclusivamente da arabofoni. Gli uomini sono vestiti all’occidentale ma le donne girano col velo, in un quartiere dove i manichini dei negozi ne espongono tra i più belli. Vetrine che non ti aspetti. Tutto il resto è kebab, insegne in arabo e persino un negozio che vende prodotti liturgici per imam. I ragazzini vestono t-shirt calcistiche, uno aveva quella rossa della nazionale marocchina. Sembrano tali e quali a quelli di certi quartieri del nostro Sud più profondo e abbandonato. Ho percepito degrado, in effetti le guide sconsigliano quei posti, per criminalità e non solo. Sconsigliano soprattutto la vicina Moleenbek, luogo di radicalizzazione. In generale ho percepito che negli anni a chi di dovere qualcosa sia sfuggita di mano. E non solo lì. Ho percepito questo, poi fate voi.
@fernandomadonia
Questo è un famoso esempio di integrazione di cui parlano (rigorosamente a sproposito) i liberalprogressisti, categoria politicamente trasversale con livelli di fanatismo particolarmente accentuati a sinistra.