Lo spettacolo perfetto esiste. La conferma si è avuta venerdì scorso al Teatro Comunale di Siracusa con la messinscena di “Lisistrata”. Ovviamente, non quella che vedremo a giugno per la 55^ Stagione del Teatro Greco ma quella realizzata, stavo per scrivere celebrata, dagli allievi del terzo anno dell’Accademia D’Arte Drammatica (sezione Giusto Monaco) di Siracusa diretti, stavo per scrivere esaltati, da Massimo Di Michele. Lo spettacolo perfetto, dunque. Con gli allievi che sono già attori maturi, capaci tutti, di variare registro e movimenti, di piegare il viso a tutta la gamma di espressioni della commedia, di riempire la scena con gesti talmente espliciti della fallocrazia comica da rendere quel palcoscenico luogo dell’eleganza e del garbo. “Lisistrata” è la commedia di Aristofane che più di ogni altra si compiace e si dimena nell’esplicito lessicale del sesso, perché il sesso è nel testo movente drammatico. La forza dello spettacolo di Massimo Di Michele sta nell’esaltare il movente nel senso etimologico del termine. Lo spettacolo si muove: non c’è uno spazio della scena che non sia attraversato e riempito. Dalle musiche: Stefano Libertini Protopapa mescola le sonorità degli anni Settanta, gli anni della chimera della libertà sessuale, a quelle più elettroniche e ammicca anche al varietà. Dalla danza, con le coreografie originali e contaminate di Dario La Ferla. Dai costumi di Alessandro Lai, vagamente anni Cinquanta perfino nella lingerie. Dai falli di peluche realizzati da Cristina Garumi, multicolori e pluridimensionati: il trompe d’oleil dello spettacolo. Dagli attori: per loro ogni aggettivo va declinato al superlativo.
Sono tutti da nominare, sono tutti capaci di reggere la scena senza nemmeno un calo di tensione, mostrando qualità nette di voce e di gesto. Eccoli: la protagonista Giulia Messina, una Lisistrata saggia e primordiale, e poi Giulia Antille, Emanuele Carlino, William Caruso, Adele Di Bella, Tommaso Garrè, Federica Gurrieri, Silvia Messina, Federico Mosca, Roberto Mulia, Salvatore Pappalardo, Stefano Pavone, Isabella Sciortino, Alba Sofia Vella, Salvatore Ventura, Gabriella Zito.
La particolarità dello spettacolo è il chiasmo tra visibile e invisibile, tra la dimensione fiabesca e illusoria e la dimensione reale e disincantata. Così si spiegano gli acuti di linguaggio (nella fresca e attenta traduzione di Federica Rosellini), gli intarsi mimici, il coro che il regista ha voluto fatto di animali (giocando d’ironia, per i cani, sulla favola e sulla tv generalista, per le galline), le polarità Yin e Yang con i tronchi da bruciare e le buste d’acqua messe accanto ai corpi delle donne distese sopra i loro uomini, sconfitti dal desiderio e non solo di pace, nella suggestiva scena finale. La regia di Massimo Di Michele è una sorta di atto della creazione.
Di Michele sembra aver riplasmato la materia di Aristofane in un coupe de theatre d’avanguardia. Nelle note di regia Di Michele scrive “…ho pensato di guardare allo spettacolo con gli occhi di un bambino. Di immergere situazioni e immagini in una coltre di surrealismo, come fosse un cartone animato”. Ma c’è ancora di più: c’è una regia plurilinguistica, pirotecnica, elegante. Importante. Dietro la quale si percepisce la professionalità di un regista che ha attraversato la migliore tradizione del teatro d’espressione italiano dal Piccolo Teatro di Milano al Teatro Nazionale di Roma, da Strehler a Ronconi alla passione per l’insolenza del comico di Dario Fo. Mentre i minuti volano insieme a quei personaggi colorati e sinuosi sulla scena, mentre platea e palchi risuonano di risate e applausi si avverte un’aria nuova per il teatro classico a Siracusa. Quella voglia di osare con il teatro classico, di renderlo vivo e irriverente senza accademismi ma con quella stessa profondità. Come, forse, già era nella mente di chi lo inventò, quel teatro. “Lisistrata” di Massimo Di Michele ha concluso a Siracusa una tournée che dal 23 marzo ha conquistato quasi 7 mila spettatori in tutta Italia e immaginiamo 14 mila mani che applaudono. Applausi agli attori dell’ADDA, a questi diciassette talenti puri che possono già calcare da protagonisti la cavea del teatro greco di Siracusa. E un pensiero sfiora la mente, al termine dello spettacolo: come sarà fra due mesi l’altra “Lisistrata”, dopo questa di Massimo Di Michele?