L’Ajax fa l’impresa: ne rifila quattro al Real Madrid e conquista i quarti di finale di Champions dopo un digiuno di appena sedici anni. È rimasto di sasso il Santiago Bernabeu. Dal 2-1 all’Amsterdam Arena al tracollo di ieri sera, è un pugno allo stomaco di quelli che non si scorda e che mette in discussione tutto, ma proprio proprio tutto. Tant’è che Florentino Perez, il presidentissimo, starebbe meditando le dimissioni. Nelle prossime ore, intanto, si attende l’esonero di Santiago Solari.
Al Real sono mancati sicuramente CR7, Zinedine Zidane e l’umiltà. La squalifica strategica procurata da Sergio Ramos all’andata, convinto com’era di essere già tra le otto grandi del torneo più ambito d’Europa, la dice lunga sulla tenuta mentale dei blancos. Una furbata che sa d’ingenuità e che mette la parola fine su di una stagione da fine ciclo. Il bollettino attuale ci dice che il Real è fuori da tutto: dall’Europa, alla coppa di Spagna alla corsa per la Liga. A questo punto, l’unico obiettivo possibile è mantenere il quarto posto attuale. Il rischio retrocessione in Europa League sarebbe una punizione fin troppo pesante per chi ha alzato quattro delle ultime cinque Champions.
Al di là delle colpe del Real, è però l’Ajax ha scrivere una pagina di storia in un incrocio di date e numeri da capogiro. Per gli appassionati di Cabala, l’1-4 ricorda tantissimo il 14 del leggendario Johan Cruijff. Il giornale madrileno As ha celebrato la vittoria dei lancieri, pubblicando la storica maglia dell’alfiere del calcio totale. Un gesto di rispetto che non necessita di ulteriori commenti.