Carneade, chi era costui?
In principio fu Angelillo. Poi venne Higuain. In mezzo, un ex elettricista che si chiama Checco Ingenito.
Tra Inter e Napoli, nella corsa alla gloria dei record, c’è stato un tempo in cui s’è infilata la Viribus Unitis. È una squadra piccola, ma dalla storia coriacea, di Somma Vesuviana, in provincia di Napoli. Un nome pomposo, come la corazzata austroungarica affondata a Pola, come il motto adottato da Cecco Beppe per l’Impero finito dilaniato sulle trincee della Grande Guerra, un palmares che testimonia una feroce e discontinua militanza in tutte le sfumature dell’Interregionale. Capace, però, di scrivere la storia pur senza giocare nelle categorie del professionismo del futbol.
Nel 2001-02, la Serie A vive il dramma (o il trionfo, a seconda dei punti di vista) del 5 maggio. Ronaldo in lacrime, la Juve di Lippi che vince un altro scudetto, Gresko e Poborsky esecutori materiali delle speranze nerazzurre. Il campionato si gode la vena realizzata del bianconero Trezeguet a cui s’affianca l’insospettabile (all’epoca) Dario Hubner che salva il Piacenza e vince, col francoargentino, la classifica marcatori a 24 gol.
Nove giorni dopo, c’è spazio per un pezzo di colore su La Gazzetta dello Sport che riporta l’intervista a un centravanti napoletano che fa gol, sempre e comunque, in serie D. Bombardando gli avversari, Checco Ingenito – numero nove della Viribus Unitis – trascina al secondo posto la squadra andando in gol per ben 34 volte. È il record di segnature individuali in un campionato a 18 squadre, dalla A alla D, Antonio Valentin Angelillo nel 1958-59 s’era fermato a 33.
Non fu, per lui, l’ascensore utile a salire i piani alti del pallone. Dopo una breve parentesi scialba in C2 al Catanzaro, Ingenito torna alla Viribus e poi si afferma con il re del gol della D. Centra promozioni a raffica alla guida di nobili che cercavano immediato riscatto. Juve Stabia, Savoia e Sorrento. Poi Aversa Normanna, Casertana, e infine il ritorno alla Viribus. Oltre al record, tanti gol che sono ancora nel cuore dei tifosi della squadra della propria città, di quelli che nonostante tutto, si ostinano a gremire le tribune dei campi della provincia piuttosto che affidarsi al pallone delle wags, del telecomando.
Bisognerà attendere quattordici anni per il nuovo record anche se il campionato s’è allargato a venti squadre. Nel 2016 si avverano i 36 gol di Higuain, non ancora gordo, non ancora core ‘ngrato e novello Altafini, meglio, finora, di tutti: anche dei pioneri, anche del leggendario Gunnar Nordahl. Che sforzo per scalzare Ingenito dal trono dei bomber.
Ma non dalla storia del pallone italiano che continua, nonostante tutto, a ruzzolare sui campi polverosi della provincia.
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=iz9cRWYTWlw[/youtube]