Jacques Sapir è un economista francese, docente alla Moscow School of Economics. Sostenitore della “deglobalizzazione”, ha più volte affermato che la Francia e l’Italia dovrebbero uscire dall’euro. E in una intervista a “La Verita’” il professore ha discusso delle calde piazze francesi, del futuro politico dei gilet gialli, delle conseguenze che l’indebolimento di Emmanuel Macron avrà sull’Europa e l’Italia e delle incerte prospettive per l’eurozona.
La Francia delle città abbandonata dal governo Macron
“Soltanto in parte è così, perché la Francia è un Paese molto ‘metropolitanizzato’. Significa che la dimensione delle grandi città, come Parigi, Strasburgo, Lione, Marsiglia, eccetera, è tale da assorbire la gran parte della popolazione nazionale”.
“Ecco. Diciamo che chi vive nei centri che hanno tra i 5 e i 40 mila abitanti, negli ultimi anni si è sentito sempre più abbandonato dal governo. Nella Francia rurale e di provincia c’è una grave carenza di infrastrutture. Al tempo stesso, chi vive in quelle zone è costretto a usare la macchina per andare a lavoro nei centri urbani. Le famiglie a volte devono acquistare anche più di una macchina, perché magari mentre uno dei genitori va a lavoro, l’altro deve accompagnare i figli a scuola”. La tassa sui carburanti “ovviamente è stata vissuta come una misura vessatoria nei confronti delle famiglie di basso reddito”.
Gilet gialli
“Il movimento, soprattutto all’inizio, è stato totalmente spontaneo. Tuttora i gilet gialli non hanno una struttura centrale organizzata. Poi è ovvio che politici di vario colore, dal Rassemblement national alla sinistra radicale, abbiano cercato di cavalcare l’onda”.
“Era molto difficile accreditarsi come leader di questo movimento, che da questo punto di vista è molto diverso, ad esempio, da quello dei manifestanti del famoso maggio del 1968. Allora c’erano dei tribuni: i comunisti, i sindacati… C’erano soggetti con cui si poteva negoziare. Ora, invece, anche se il governo ha provato a ricevere alcuni capifila del movimento, questi ultimi erano sostanzialmente dei leader auto proclamati, ma non erano realmente rappresentativi”.
Il partito dei gilet gialli? Al 14%
“I sondaggi dicono che una lista dei gilet gialli, alle elezioni europee di maggio, raggiungerebbe il 14 per cento”. Ci sarà forse una lista dei gilet gialli allora: “E’ un po’ presto per dirlo: per ora non c’è quasi nulla di istituzionalizzato nel movimento. Bisognerà aspettare i prossimi due mesi. Ma ci sono segnali che suggeriscono che il movimento sta cercando di darsi una sua struttura politica”. La protesta potrebbe portare voti all’ex Front National, se non diventerà partito autonomo. “Altrimenti, dalla loro protesta trarranno giovamento proprio i partiti eurocritici: il Rassemblement national, ma anche La France insoumise di Jean Luc Melenchon”.