Wikipedia: “Gonzo: il genere gonzo si riferisce, nella cinematografia pornografica, a quelle produzioni in cui il cineoperatore o il regista prende parte all’azione, parlando agli attori, o partecipando come attore egli stesso. In questo tipo di film gli attori sono liberi da copioni da recitare o interpretare. Il regista non riprende una recitazione, bensì un evento reale che si sviluppa in presenza della telecamera. Nel gonzo non c’è trama: costumi e scenografia non hanno una particolare rilevanza”.
Il Dizionario gonzo di Carlos D’Ercole (1000 e una notte editore, pp 104 €18), definito in copertina “un libro delizioso e genialmente pazzo” da Paolo Isotta, non è affatto un libro pornografico, anche se con il genere pornografico condivide alcune perversioni. Si tratta, infatti, di un libro sui libri, e, come sanno tutti coloro che sono affetti da bibliofilia, parliamo di una sindrome che, esattamente come la pornografia, crea dipendenza, non riesce mai a soddisfare il malato che, anzi, più cede agli insani impulsi, meno trova appagamento. Il bibliofilo, o forse faremmo meglio a chiamarlo bibliomane, consuma e accumula compulsivamente enormi quantità di materiale, nell’illusione di trovare nella carta stampata quella serenità che l’immensa quantità di libri ha compromesso nella dimensione familiare, soffocata dal sempre minore spazio a disposizione per mobili e quadri che vengono riempiti, sostituiti o coperti da pericolanti accumuli di volumi di ogni genere, lingua e dimensioni possibili..
Carlos d’Ercole, avvocato –e quindi meritevole di attenuanti non generiche nella sua disperata ricerca di una dimensione di piacere che lo restituisca al genere umano- è già autore di una mirabolante Vita sconnessa di Enzo Cucchi (Quodlibet) ed è sicuramente noto ai lettori di Barbadillo per aver curato, introdotto e promosso l’eccezionale autobiografia di Albert Spaggiari Le fogne del Paradiso, libro che inaugurò la casa editrice OAKS e permise a Tomaso Staiti di Cuddia di prendere festosamente congedo dal suo mondo con un’ultima scoppiettante serata di presentazione a cui partecipò tutto il suo universo ideale.
Un libro elegante e anticonformista, il Dizionario gonzo conferma l’efficace e affascinante eclettismo dell’autore, pubblicamente elogiato da Giampiero Mughini (altro raffinato estimatore della pornografia, anche quella vera) dalle colonne di Dagospia per aver rivelato la sua appartenenza a quella “particolare massoneria” composta da spiriti liberi, o meglio Compagni di solitudine, per dirla con il suo caro amico Stenio Solinas, che solo nei libri trovano conforto, “lontano dalla pazza folla”.
Impreziosite dalle fotografie di Stefano Graziani, che ne immortalano la copertina di ogni titolo citato, le pagine del Dizionario ci raccontano le opere meno banali di autori che banali non sono mai: il Libro dell’acqua di Limonov (Alet 2004), Boulevard Saint-Germain di Matzneff (la Petite Vermillon, 2015), libri di e su Edmund White, biografie di Piazzolla e Marlene Dietrich, dischi (sì, ci sono anche delle copertine di cd!) di Bob Marley e Ben Harper compongono un caleidoscopio tanto stravagante quanto affascinante. Manca solo, assente ingiustificato, Leopoldo Marechal…
Impaginato come un libro d’arte, costoso quanto un libro economico, illustrato alla pari di un volume della Taschen, il libro dei libri di Carlos d’Ercole è un imperdibile Baedeker di luoghi, autori e soprattutto storie eleganti, appassionate e intriganti. Pericoloso per i malati del morbo che dicevamo prima, dato che potrebbe indurre alla immediata, compulsiva e malsana ricerca dei volumi che ci erano sconosciuti, potrebbe rivelarsi, invece, un utile regalo di Natale, che non mancherà di contagiare coloro che, finora, abbiamo ritenuti immuni dal voluminoso virus.
*Dizionario gonzo 1000 di Carlos D’Ercole,(e una notte editore, pp 104 €18)