
Inutile girarci attorno: la manovra finanziaria rappresenta il primo, vero, banco di prova del governo gialloverde e, quindi, è la sfida su cui si gioca la credibilità della proposta di governo sovranista.
Al di là dei decreti e delle misure varate finora, dei veleni e degli annunci trionfali, la tenuta e gli orizzonti dell’esecutivo M5S-Lega si vedranno sulla “madre” di tutte le sfide politiche.
Per ora ci si può solo limitare a “sbirciare”. A tentare di trovar qualcosa nei documenti, nelle posizioni e negli interventi pubblici. Il più eloquente è quello del ministro Paolo Savona che, su Italia Oggi, ha fatto i conti in tasca alla grande accusatrice di Roma, la Francia.
Secondo Savona, Parigi “vive al di sopra delle proprie risorse”. “La Francia – spiega il ministro- unica nei principali paesi dell’euroarea, ha un disavanzo estero di parte corrente che è dell’1,1% del Pil, seguita solo dalla Grecia con l’1,2%. Vive cioè al di sopra delle proprie risorse. Il suo deficit di bilancio pubblico è del 2,4%, a livello di quello preventivato per il 2019 dall’Italia, attualmente al 2%”.
A differenza della virtuosa Italia che “ha un avanzo di parte corrente sull’estero del 2,5%, vive cioè al di sotto delle sue risorse, e ha un 2% per cento di deficit pubblico. Deve quindi espandere la domanda interna anche scavando fosse o costruendo piramidi”. Insomma, per Savona, è tempo di allargare le maglie della spesa pubblica.
Interessante, poi, il passaggio sul superamento della Fornero: “Ogni pensionato che uscirà dal mercato del lavoro, trascinerà dentro due giovani”.
Le posizioni di Savona, dunque, impegnano il governo a mantenere la rotta tracciata e premiata alle elezioni del 4 marzo. Ora la sfida più ardua sarà quella di vincere il pressante braccio di ferro con l’Europa attorno a cui non si gioca solo la partita della finanziaria ma della credibilità della proposta di governo sovranista.