È passata (quasi) sotto traccia la scomparsa di Stelvio Cipriani. Fu l’autore di decine e decine di colonne sonore del cinema all’italiana. Seguì, con le note, l’evoluzione dei generi che caratterizzarono l’evoluzione del cosiddetto B-movie. Dall’erotico all’horror (e alle rispettive contaminazioni), dalle commedie al western di borgata, e agli strappalacrime, fino al filone (aureo) del poliziottesco. Ma Cipriani firmò anche la colonna sonora di “Anonimo Veneziano”, con Florinda Bolkan, sceneggiato da Giuseppe Berto ed Enrico Maria Salerno, le musiche di numerosi documentari e programmi televisivi.
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=BTTzhxuZQr8[/youtube]
Sulle sue musiche agirono Mario Brega versione furfante del West, lo sfortunato Franco Gasparri che colse fama e successo con Mark il Poliziotto, Adolfo Celi primario premuroso e non (ancora) goliarda barone di cliniche; la bellissima Laura Gemser, ennesima epifania di Emmanuelle, l’icona (in lei nera) dell’erotismo.
Il biondo commissario di ferro Maurizio Merli e il biondissimo Renato Cestié, il bimbo vittima del fato nei “lacrima-movie”. Tra i registi coi quali collaborò di più ci fu Stelvio Massi, che diresse alcuni dei capisaldi del poliziottesco e Joe D’Amato, che attraversò tutti i generi (dall’horror allo splatter) fino ad approdare al porno. A lui, D’Amato, che si vantava d’aver dato al pubblico ciò che il pubblico voleva e senza un filo d’ipocrisia, debbono fama e successo miti odierni come Rocco Siffredi.
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=feXi44_qzlo[/youtube]
Cipriani attraversò tutta l’epopea del cinema all’italiana. Ne seguì le evoluzioni, partecipò a quella stagione di critica ostile e incassi da capogiro. Fu tra gli “artigianali” di quel cinema che solo tanti anni dopo sta vivendo una delicata fase di riscoperta.