In Svezia la destra non ha vinto eppure la sua crescita in termini di consenso ha provocato l’ennesimo terremoto fra i partiti tradizionali di tutta Europa.
Le prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento dell’Unione probabilmente riproporranno lo schema già visto in diversi paesi, ma su vasta scala. Ridimensionamento pesante della sinistra tradizionale, partiti di centrodestra schiacciati dai sovranisti, i quali crescono e ormai non sono più liquidabili con la retorica demonizzante utilizzata finora. Il tentativo di relegare queste formazioni nel non-luogo dell’estremismo è fallito.
Va inoltre considerato che il Partito Popolare Europeo è attraversato ormai da anni da correnti anch’esse critiche con le politiche dell’Unione, soprattutto sul tema dell’immigrazione. Viktor Orbàn, il nemico numero uno, il cattivo per eccellenza, ad esempio, è saldamente nel PPE, assieme all’austriaco Kurtz che governa con armonia assieme ai cattivoni dell’FPO. In Germania invece la CSU si attesta su posizione identitarie, che l’epoca del governo CDU-Merkel ha diluito fino a mettere in crisi il blocco elettorale storico del partito bavarese. Proprio da qui arriva la proposta indecente, che a quanto pare indecente non è, se serve a conservare il potere.
Il candidato alla successione di Junker per la presidenza della Commissione Europea, Manfred Weber della CSU, ha proposto appunto un’alleanza fra il PPE e i tanto deprecati populisti per farsi eleggere. In questo modo l’inciucio continentale fra popolari e socialisti finirebbe e sarebbero definitivamente sdoganati i sovranisti. D’altronde Weber ha 46 anni, fa parte come Kurtz di una generazione nuova, slegata a logiche datate e interessate a scrivere, nell’immediato, la sua pagina di storia politica.
Sarebbe una rivoluzione su vasta scala, ma creerebbe nuove dinamiche anche nei singoli stati. Lo scenario italiano verrebbe ridisegnato, con Forza Italia inevitabilmente spinta verso Salvini. Anche Fratelli d’Italia, che al momento dichiara di voler correre in solitaria, se si formasse un PPE dai connotati sovranisti potrebbe accogliere l’offerta presentata da Toti per fare qualcosa insieme e superare lo sbarramento. I meloniani in Europa non si troverebbero certo male fra Orbàn e Salvini, i quali infatti si sono già incontrati pochi giorni fa a Milano.