Vedere il calcio in tv, quest’anno, sarà roba da ricchi. Lo spezzatino riguarda anche le piattaforme e chi non vorrà perdersi nemmeno un minuto della Serie A che verrà, dovrà caricarsi di costi inimmaginabili fino a qualche tempo fa.
I numeri, impietosi, li riporta Paolo Ziliani sul Fatto Quotidiano. E sono cifre paurose. Li elenca in dieci punti, un decalogo orribile per le tasche dell’appassionato. Che parte con l’aumento dei prezzi da parte di Sky: l’abbonamento costerà 45,10 euro a fronte dei 36,80 dello scorso anno e l’anno prossimo lieviteranno a 63,80. A fronte di un’offerta minore, perché tre partite di A saranno trasmesse dalla nuova piattaforma web di Dazn.
Dato che la divisione dei match è su fascia oraria e non per squadre, sarà necessario dotarsi di un doppio abbonamento se non si vuol rischiare di perdersi la partita della squadra del cuore. Dazn chiede 9.99 euro al mese, dopo i primi trenta giorni (gratis) di prova. Occhio all’applicazione che su diversi tipi di Smart Tv, non è ancora nemmeno disponibile. Se non avete in casa Smart tv né la linea internet (come accade a moltissimi anziani) dovrete pensare almeno a istallare una nuova linea per l’accesso al web. Costi su costi.
C’è sempre l’opzione Sky Q, però. Che comporta, secondo le cifre snocciolate dal Fatto Quotidiano, un esborso minimo da poco più di 80 euro fino all’opzione “Q Platinum” collegabile a ogni tv al costo di 199 euro, a cui aggiungere 12,40 euro di canone mensile.
Tornare allo stadio, in certi luoghi come lo Juventus Stadium dove un abbonamento di curva costa più di quello alla stagione sinfonica del Teatro alla Scala, non è meno proibitivo. Non c’è niente da fare. Il calcio non è più fenomeno di massa, interclassista, nazionalpopolare: è roba da ricchi consumatori.