Renzo de Felice ci ha indicato la difficoltà storiografica di usare categorie generali per definire il Fascismo. Ci ha mostrato che ogni sforzo definitorio dovrebbe assumere “il generale del fascismo nella particolarità dei fascismi” europei (Le interpretazioni del fascismo, 1969). Inoltre ci ha insegnato un approccio libero su tutte le interpretazioni, ciò come strategia primaria. Se discutiamo di interpretazioni, allora, un punto di partenza è rappresentato dagli scritti sul Fascismo di Gioacchino Volpe ripubblicati in L’Italia tra le due guerre dalla Oaks editrice. Nell’opera è attraente la moltiplicazione delle esperienze storiche, con l’osservare dentro le diverse vicende politiche tra il 1918 e il 1943, con l’ascoltare le voci degli italiani che tentarono di uscire dalla crisi del primo dopoguerra.
Nella prefazione, Gennaro Malgieri ritrova molte valutazioni su Gioacchino Volpe. Ecco il giudizio di Gramsci – “che riconobbe senza tentennamenti il respiro europeo della visione storiografica di Volpe” -; ecco l’elogio del crociano e meridionalista Giuseppe Galasso sul “grande storico” del Risorgimento; infine ritorna il giudizio di Piero Buscaroli sulla freschezza degli studi volpiani. A tale freschezza metodologica desideriamo ispirarci nel momento in cui entriamo nelle aule per spiegare la ‘grande guerra’ e gli italiani nel tumulto del secolo breve. Cioè una freschezza metodologica che da sempre stimiamo nella granitica Storia d’Italia moderna 1898-1910 (1949), un’opera attraversata dall’onestà di Volpe attenta ad incontrare il maggior numero di soggetti sociali sulla strada della storia.
Poi, in questi saggi di vita italiana, è interessante segnalare che l’approccio critico analizza il Fascismo rurale come fenomeno popolare, “di contadini e braccianti”, giacché “Il movimento fascista che, per tutto il 1919 e gran parte del 1920, non aveva fatto grandi progressi (…) cominciò a trovare nelle campagne uno sbocco, un buon campo di azione e di esperimento, un solido punto di appoggio…” Sfogliamo così pagine dedicate al consenso espresso dagli italiani prima al movimento fascista e dopo al regime. Nel 1974, quando fu pubblicato Mussolini, il Duce. Gli anni del consenso, 1929- 1936 di de Felice, l’idea del consenso era stata storiograficamente affrontata da Volpe. Di certo, nel 1969, Renzo de Felice scrisse che la Storia del fascismo di Volpe, pur rimanendo ricostruzione influenzata, “presenta una sua dignità storiografica non priva – a ben leggerla – di osservazioni e spunti interessanti che rilevano, sotto la veste del fascista, la vigorosa personalità dello storico e dell’uomo non accecato dall’ideologia…”
La lettura de L’Italia tra le due guerre è ariosa e piacevole: fa pensare alla prosa di certi famosi scrittori contemporanei che catturano il lettore con il ritmo incalzante della narrazione storica; come in questa descrizione, “Infatti, dopo 48 ore, perdurando lo sciopero, le squadre fasciste occupano la stazione, presidiano le linee ferroviarie, conducono e scortano i treni, proteggono i ferrovieri non scioperanti. E in pochi giorni lo sciopero è troncato.” (pag. 153)
La vera storia ha il fascino della letteratura. Ma l’attrattiva della storia è percepibile nella ricchezza delle interpretazioni. In quadro post-ideologico, oggi più che mai, come scrisse Marco Tarchi, la novità sarebbe fare “ricorso ad un più ampio numero di autori e includere fra di essi anche intellettuali di parte fascista come Giovanni Gentile, Ugo Spirito, Gioacchino Volpe… (Fascismo. Teorie, interpretazioni e modelli, 2003) Gli studi di Gioacchino Volpe sulla società italiana tra le due guerre arrivano nel momento in cui la ricerca sul fascismo rallenta, necessita di riscoperti documenti, richiede nuovi impulsi. I quali sono offerti dalla vicenda intellettuale di un interprete che – come scrive Malgieri – portò avanti la sua opera al fine di testimoniare “con chiarezza che lo storico e l’intellettuale civilmente impegnati convivono nella stessa persona a dispetto delle accademie e dell’albagia di alcuni retori della neutralità di fronte a eventi destinati a mutare il volto dell’Italia e dell’Europa.”
*‘L’Italia tra le due guerre’, di Gioacchino Volpe, a cura di Gennaro Malgieri, pagg, 303, euro 20,00 – prenotabile su info@oakseditrice.it