Ci sono libri che non finiscono appena ne chiudiamo l’ultima pagina, libri la cui eco è luce che si riverbera come un incanto sulla nostra interiorità, mutandola profondamente.
Sono i “libri seri” che, pur essendo pedagogici in maniera decisiva, “non ammaestrano ma interrogano”; libri il cui questuare stesso ci pone di fronte all’esigenza fondamentale di riconsiderare la nostra visione del mondo, di rafforzare la nostra fede. Il nostro più intimo ‘sentire’. Superano il confine che separa vita e letteratura, il dualismo tra cuore e intelletto, e, in tal modo, offrono nuove speranze e vitalità al presente. Una significativa luce, in questo senso, nel mezzo della tenebrosità attuale, me l’ha offerta la (vitalmente) generosissima e (letteralmente) mirabile ultima pubblicazione di Anna K. Valerio, scrittrice e madre di quattro figli il cui coraggio e il cui stile, di vita e di scrittura, non possono che suscitare genuina venerazione. D’altronde, parafrasando Gómez Dávila, a un autore non chiediamo tanto che abbia qualcosa da dire, ma sia – prima di tutto, qualcosa. Un titolo, “Maravigliosamente. Vita. Amore. Politica”, edito per la collana Cavallo Alato delle Edizioni di Ar, affatto originale (pur essendo ‘originario’…) e che, ri-svelando questo avverbio, che è quasi estatico, dell’italiano classico, si presenta da se’ come un invito a riscoprire le radici della nostra lingua e della nostra spiritualità più autentiche.
Una prismatica collezione di scritti – tra cui uno splendido “esercizio di ammirazione” su Leopardi che ha invero rivoluzionato il mio modo di leggere la poesia – il cui totale, grazie al meraviglioso, semanticamente geniale, trait d’union, è, in qualità, ben più rilevante della somma delle parti. L’Autrice non esita, senza soluzione di continuità, a calare le sue passioni letterarie nella cronaca, anche biografica – e nella, piccola e grande, politica – , e attraverso esse guardare la vita in un gioco di specchi che, se a tratti sembra confondere, non è mai vicolo cieco.
La ricerca dell’arcaico letterario non è esercizio colto ma fine a se stesso (per i Samurai il letterato erudito è “uno sciocco che odora di libri”): è la tensione verso quell’essenza che trascende l’aridità delle parole quando esse sono mero sfoggio intellettuale ed egotico, quindi “morte nella vita”. Essenza che si fa verità, “precisione del sentire”, parole che si trasmutano in vita autentica (rispetto a una vita di parole vane). Declinazione altra, ma stessa in essenza, del nietzscheano “che cos’è aristocratico” è, per l’Autrice, la ricerca del meraviglioso (“slargarsi del cuore”, “testimone non da poco, consegnato ai ‘signori’ da portare in giro per il mondo”).
Ma, diremmo in una formula: è possibile oggi, “vivere meravigliosamente”? La risposta, per l’Autrice, è nella categoria umana considerata oggi “la più inutile”. Ma se “eroico è solo l’inutile” vero eroe è il poeta, perché eroica è “l’intelligenza che si è scordata le ragioni dell’utile” e col mondo non viene a patti se non per farsene beffe ed infiltrare così quella voce estatica che può causarne il cortocircuito. Risvegliare. Riaccendere “il fuoco, il grande esule di questo mondo spento”.
Poeta autentico è colui che – nietzscheanamente ma anche in stretto senso filologico – crea dando valori. Poeta della vita è l’eroe, il samurai con la sua katana, il commissario di Sciascia che, in solitudine, combatte la stoica battaglia contro l’ignavia e l’egoismo: “perché vivere nell’ingiustizia è come non essere mai nati”.
Se ammirazione (nell’italiano classico termine utilizzato come diretto sinonimo di “maraviglia”) viene dai più riservata oggi a chi nella vita “ha successo” (economico e materiale, ça va sans dire), la passione dell’Autrice si pone in totale contrapposizione, riservando i propri esercizi maravigliosi agli scrittori dimenticati (Cristina Campo, Antonia Pozzi), ai poeti solitari – Cappello, o travisati dalla parafrasi democratica – Leopardi come Sciascia. Oppure a chi, come Marco, coraggiosamente e controcorrente, ha preso la transiberiana verso il cuore del mondo, per distillarne con cura e rispetto le essenze e generosamente offrircene un saggio.
Dovremmo iniziare ad essere onesti con noi stessi: non saranno certo le ricette economiche a riportarci a una dimensione di senso in un mondo che deraglia e in cui sembra esserci sempre meno spazio per ogni tipo di nobiltà e slancio del cuore, per ogni verità e intelligenza propria; un mondo dove Eros è, avvelenato, in letargo, e “in cui gli occhi non luccicano più”. Non possiamo più nasconderci perché l’illusione del benessere materiale è rotta: ormai, tutto è saturo, tutto (dal denaro all’amore) inghiottito dall’individualismo, dal virtuale.
O siamo forse uomini che hanno dimenticato, per usare le parole del don Juan di Castaneda, di “vivere un tempo unico, irripetibile e meraviglioso”? Uomini che non sanno più scegliere “una strada che abbia un cuore”? Maravigliosamente è invito a questa cerca, a non accontentarsi, a uscire dagli schemi sterili della morale e del (dis)gusto contemporanei, dal narcisismo vano, dal regno del banale, della quantità, del mescolamento. E’ disponibilità a battersi contro ”l’errare interessato”. “Scia luminosa attraverso la quale si può ritrovare la strada nel labirinto pazzo della vita”.
E se il presente sembra sempre più un labirinto; se, come scriveva Léon Degrelle, con preveggenza, nell’Europa post-bellica e dell’espansione industriale, “Il secolo non va in rovina per mancanza di risorse” ma “è il cuore dell’uomo, solo lui, a versare in stato fallimentare”… – in questo labirinto, il meraviglioso è il filo d’Arianna che può ricondurci a riveder le stelle.
*Maravigliosamente – Vita. Amore. Politica di Anna K. Valerio (Edizioni di Ar – Il Cavallo Alato 2018 info@libreriaar.com – 334.8393053)