ROMA – “Estremamente preoccupante”. Questa la situazione umanitaria e sociale nella Striscia di Gaza secondo Francesco Rocca, presidente della Federazione internazionale delle società della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Ifrc). L’agenzia ‘Dire’ lo ha contattato a Gaza, dove in questi giorni è in missione dai colleghi della Mezzaluna palestinese “per fare il punto sui bisogni più urgenti, all’indomani della crisi delle ultime settimane”. Ma c’è anche altro, spiega Rocca: “Vogliamo richiamare l’attenzione sul problema dei feriti tra i soccorritori e il personale sanitario, una cosa che ci lascia profondamente addolorati”. Sei i membri dello staff di Mezzaluna Rossa che sono stati colpiti mentre prestavano soccorso ai manifestanti al confine con Israele, una protesta avviata il 30 marzo, e in cui è intervenuto l’esercito israeliano.
“Erano perfettamente riconoscibili, indossavano gli emblemi dell’Organizzazione” conferma Rocca. “Mi auguro che sarà aperta un’inchiesta per far luce su questi episodi, intanto siamo qui per richiamare tutte le parti al rispetto delle Convenzioni di Ginevra e della sacralità del ruolo dell’operatore sanitario”. Le proteste hanno raggiunto il picco di massima tensione il 14 maggio, con il riconoscimento di Gerusalemme capitale di Israele da parte degli Stati Uniti. Media e organizzazioni internazionali hanno riferito di oltre cento morti e quasi 2mila feriti tra i palestinesi. Una situazione, dice il presidente della Federazione, che “ha determinato un tale sovraccarico sul sistema sanitario di Gaza da spingerlo praticamente al collasso. Nella fase acuta qualsiasi sistema, anche il più avanzato, sarebbe stato messo in ginocchio a causa dell’enorme numero di casi da trattare nell’arco di pochissimo tempo”.
Ora la sfida per gli operatori umanitari è quella della riabilitazione: “Abbiamo registrato 80 amputati, e svariati casi di papraplegia per le lesioni da arma da fuoco alla colonna vertebrale. Invalidità permanenti che richiedono una lunga riabilitazione. Ora ragioneremo anche sul modo in cui implementare tali interventi”. E sui tempi della fine della crisi, secondo Rocca, è “impossibile fare previsioni”. Il blocco alle importazioni imposto da Israele su Gaza nel 2007 fa sì che “gli ospedali soffrano la carenza di gasolio ed elettricità” sottolinea il presidente della Federazione. Che conclude: dal 14 maggio il flusso di medicinali in ingresso è un po’ aumentato, ma per quanto riguarda il resto – cibo, acqua potabile, carburante – tutto è come prima”.
Red
Red su Barbadillo.it