Poco più di 190mila copie vendute in edicola dal Corriere della Sera, 165mila da Repubblica, poco più di 100mila dalla Stampa, 53mila dal Giornale e meno di 50mila per il Sole 24 Ore. Sono i dati, drammatici, di novembre. Al netto degli abbonamenti. Il raffronto con il novembre del 2015 è impressionante. Corriere e Repubblica viaggiavano intorno alle 220mila copie, Stampa era sopra le 140mila, Giornale e Sole sopra quota 73mila. E se il confronto venisse fato rispetto a 10 anni prima il disastro sarebbe ancora più evidente. Gli italiani non leggono più i quotidiani, non solo per ragioni economiche ma, soprattutto, perché disgustati da una informazione sempre meno credibile. Le fake news non sono quelle dei social ma quelle propinate dai quotidiani di servizio. È sufficiente leggere le menzogne sulla guerra in Siria, o le notizie censurate sulle violenze delle risorse boldriniane. Non va meglio con le grandi tv, pubbliche e private, di proprietà nazionale o estera. Gli editori non paiono preoccuparsi. Di fronte alla crisi si limitano a tagliare i costi, eliminando i giornalisti con la certezza che non scatterà nessuna forma di solidarietà nei confronti di chi ha trasformato i quotidiani in uno spaccio di notizie false, politicamente corrette, espressione del pensiero unico obbligatorio. Ma il rifiuto di leggere, e ascoltare, notizie false non si trasforma in un atteggiamento positivo e propositivo. Aumenta solo l’analfabetismo di ritorno. Non reagisce un popolo rassegnato e indifferente a tutto. Non si arrabbia, non protesta. E agli oligarchi va bene così. A loro non interessa vendere più copie dei quotidiani di servizio. È sufficiente eliminare la capacità di pensare e di reagire. Se per raggiungere questo obiettivo devono eliminare un po’ di giornalisti, pazienza. Gli oligarchi li hanno sempre disprezzati ed ora che diventano inutili possono anche disfarsene. La fedeltà non paga. Per di più i servitori cacciati continuano a manifestare la stessa obbedienza al pensiero unico obbligatorio. Cosa si può volere di più? E chi non è d’accordo con gli oligarchi non fa nulla per reagire, per creare qualche alternativa. Un po’ di mugugno non costa nulla. Non serve a niente ma non impegna.