Da Offida il treno regionale impiega una ventina di minuti per arrivare nella stazione ferroviaria di San Benedetto del Tronto, la meta finale del viaggio. Il paesaggio collinare è ormai all’orizzonte e la bassa costa sabbiosa delle Marche meridionali si dispiega in tutta la sua bellezza. L’intero territorio sambenedettese, è tra le aree verdi italiane più apprezzate per la florida vegetazione e per il decoro delle spiagge. Il lungomare cittadino, che attira turisti da tutta Europa, rivaleggia per attrazioni con Rimini e con i grandi centri balneari dell’Emilia Romagna. La palma regna incontrastata per le vie e nei giardini di San Benedetto e una striscia verde di palmeti si snoda per chilometri sulla costa. Non è un caso se questo tratto del litorale adriatico prende il nome di Riviera delle Palme.
Un martire in riviera
Sono ignote le origini di San Benedetto del Tronto. Solo nel X secolo d.C. si hanno le prime notizie certe sulla città: il centro storico, si afferma in alcuni atti notarili del vescovo fermano Uberto, si sviluppò intorno alla chiesa di San Benedetto martire, un soldato romano che venne condannato a morte nella vicina località di Cupra Marittima. L’intera costa sambenedettese venne in passato posta sotto la sua protezione che la preservò, si racconta, da razzie e da terribili mareggiate.
Un santo arbitro
San Benedetto è da sempre un porto strategico sul mare Adriatico. Per secoli i signori feudali locali e gli invasori di turno, come i turchi, hanno tentato di mantenervi un saldo presidio. Nel XV secolo i fermani e gli ascolani si contesero il dominio sulla città e non si riusciva a porre fine ai contrasti. Si decise di affidare l’arbitrato del caso a san Giacomo della Marca per risolvere la querelle. Il 3 luglio 1463 il santo emise il suo verdetto: la parte bassa della città, con annesso l’attuale frazione di Porto d’Ascoli, sarebbe toccata ad Ascoli Piceno, mentre il resto a Fermo. Questa suddivisione territoriale sopravvisse fino al XVI, quando San Benedetto divenne una cittadina pontificia.
Un lungomare “fascista”
San Benedetto del Tronto è una delle località balneari più gettonate d’Europa, ma questo successo lo deve ad un ingegnere, Luigi Onorati, e al podestà fascista locale. Nel Trentennio mussoliniano Il Comune sambenedettese progettò la riqualificazione della zona costiera cittadina, comprendendo l’utilità economica e sociale di un lungomare rimesso a nuovo. Venne sistemato il porto commerciale e quello turistico e, visto il nascente fenomeno del turismo estivo, si predispose la costruzione di un primo resort per balneanti. Il 1° settembre 1934 venne inaugurata la Palazzina Azzurra in perfetto stile razionalistico. Al suo interno, Onorati non aveva dimenticato nessun particolare: l’avventore aveva a disposizione una vasta gamma di svaghi per allietare le sue vacanze. Nacque così la Riviera delle Palme: i suoi palmeti, che tuttora abbelliscono San Benedetto del Tronto, furono piantati rispettando i progetti dell’ingegnere sanbenedettese. Nonostante la guerra e la “purga” antifascista, la Palazzina Azzurra continua a essere il fiore all’occhiello del turismo marchigiano e italiano.