Quello dei diritti televisivi sportivi, è un mercato che ogni anno vede investite sempre maggiori somme di denaro. Si pensi ad esempio alla sola F1: un attento osservatore può solo notificare il fatto che questa, a livello globale, venga trasmessa quasi esclusivamente da televisioni a pagamento. NBC, Sky, Canal Plus, Fox, Movistar, sono solo alcune delle compagnie che trasmettono questo sport, del quale si sono assicurati i diritti a suon di dollari. Le stime, seppur mestamente note, tendono però a farci riflettere su un fenomeno: il dato di fatto, è che ormai questa consuetudine mondiale investito anche la cara vecchia Europa. La stessa cara vecchia Europa, dove la Formula 1 è nata e, dove le principali scuderie hanno sede.
Il caso italiano
In ogni caso, se c’è però una squadra che al meglio rappresenta la F1, anzi, ne è la vera essenza, questa è la Ferrari; presente dalla prima stagione (1950), è sicuramente la compagine simbolo nonché, la più vincente. In un’era fatta ahinoi di decentramento economico e di mondialismo finanziario, la stessa Scuderia che, ancora produce in quel di Maranello, è rimasto uno degli ultimi orgogli nazionali. Ferrari, che perciò va tutelata e rispettata. In materia sportiva, ci sono alcune leggi che tutelano la trasmissione in chiaro di eventi, come le Olimpiadi o la Nazionale di Calcio (tralasciando tanti altri sport dove magari siamo più vincenti ma purtroppo questa è un’amara costante), dove i nostri atleti sono impegnati. In questo senso, anche la Ferrari dovrebbe essere ritenuta, in quanto eccellenza italiana e una delle più vincenti, quasi come una nazionale. Non solo, mentre le Olimpiadi e gli eventi calcistici avvengono ogni quattro anni, i gran premi si corrono ogni due settimane, per sette mesi l’anno. Per ventuno domeniche ogni 365 giorni, ci sarebbe la possibilità di godersi uno spettacolo tra i bolidi più veloci del mondo, tra le tecnologie e tra i piloti migliori. Possibilità che però, in Italia, stiamo lentamente perdendo. Analizziamo la nostra situazione.
F1 e la Rai
Partiamo da un assunto: uno Stato che si rispetti, attraverso le sue tante declinazioni, dovrebbe tutelare e valorizzare i suoi gioielli. Sin dalle prime riprese sperimentali della metà anni ‘50, effettuate a Monza, quello tra l’azienda radio-televisiva statale e la Formula 1, è stato un legame molto forte. Via via sempre più impegnata, la Rai arriva a trasmettere l’intero mondiale sul finire degli anni ’70. In tutto questo, il ruolo svolto dall’azienda di Viale Mazzini, è fondamentale nell’alimentare il mito Ferrari. Le telecronache svolte tra il 1961 e il 1994 dall’indimenticabile Mario Poltronieri, coadiuvato a partire dagli anni ’80 da Ezio Zermiani e Clay Regazzoni, sono un vero e proprio cult. Alcuni episodi, rimarranno per sempre legati alla sua voce. Ad ogni modo, già dal 1991 però, si sente aria di cambiamento: con l’arrivo di Mediaset, tra il 1991 e il 1995 Rai e tv private si spartiscono le dirette televisive, pur continuando “Mamma Rai” ad avere una grande importanza. Nel 1995 il pensionato Poltronieri è sostituito da Amedeo Verduzio. L’anno successivo è epocale: arrivato al culmine della potenza in fatto di trasmissioni sportive, Mediaset (solo due anni prima Silvio Berlusconi aveva sbancato nelle prime elezioni col maggioritario, aprendo a suo modo un’era), oltre a trasmettere una partita della nazionale di calcio –fatto mai avvenuto prima e, almeno fino all’avvento di Sky, rarissimo in seguito- trasmette la Formula 1 in esclusiva. Lo sforzo è imponente, la dedizione massima. Sembra aprirsi una nuova stagione di grande sport, finanziato con in soldi delle pubblicità. Così però, almeno nel nostro caso, non avviene.
Nel 1997 si ritorna sulla Rai in esclusiva-in chiaro, mentre Tele+ per alcuni anni trasmette sul satellite a pagamento. Alle telecronache è il teramano Gianfranco Mazzoni che, coadiuvato prima da Renè Arnoux e poi, dal 1998, da Ivan Capelli, saprà ritagliarsi una importante fetta di storia del giornalismo nostrano. Mazzoni e Capelli che commentano, legandosi e legando l’azienda di Stato, il più grande ciclo di vittorie Ferrari, con i titoli a ripetizione ottenuti tra il 200 e il 2004 e poi ancora, nel 2007. Quando nel 2009, anche Sky torna in contemporanea a trasmettere live, nulla lascia presagire a ciò che accade appena tre anni dopo. Sky infatti annuncia l’acquisto per il periodo 2013-2017 dei diritti in esclusiva dello sport motoristico più bello del mondo. Per la prima volta in chiaro rimangono solo le briciole, nonostante la Ferrari. Purtroppo a causa del mantenimento dei costi, del parallelo strapotere dell’azienda di Murdoch e del costo sempre più esorbitante dei diritti tv della Formula 1, anche questo sport sta divenendo uno sport sempre più di nicchia. Il tutto, associato ai costi spropositati per accedere agli autodromi, ci aiuta a comprendere i motivi di uno scenario desolante. Il tutto, nonostante la Ferrari, il nostro orgoglio tricolore. La Rai che comunque in questo lasso di tempo ha trasmesso quantomeno la metà degli eventi in diretta, lasciando che l’altra metà venisse diffusa in differita.
Scenari futuri
In tutto questo, non sembrano esserci buone notizie. L’arrivo di Liberty Media e la scadenza del contratto, stanno facendo si che la Rai stia trattando proprio in questi giorni. Nonostante la Nazionale non si sia qualificata al Mondiale venturo in terra Russa e quindi, almeno in teoria, potrebbero esserci maggiori risorse da investire per trasmettere del tutto in diretta una F1 2018 che si preannuncia interessantissima, la Rai sembra stia prendendo un’altra iniziativa. Le ultime indiscrezioni, parlano di un disimpegno totale o al limite, di appena quattro eventi su ventuno trasmessi in diretta. Sarebbe un peccato. Sarebbe un peccato nei confronti dei suoi commentatori e di tanti di noi (nei primi anni di questo secolo, di fronte alle gesta di Michael Schumacher arrivavano ad emozionarsi fino ad 11-12 milioni di telespettatori) che vivono spasmodicamente queste domeniche di passione. La speranza è che a Viale Mazzini ci ripensino, perché l’errore che stanno per commettere sarebbe davvero grave. Intanto è nata una petizione per cercare di smuovere le acque. Che, finora, ha già raccolto più di mille firme.
L’auspicio è quello che si firmi in tanti per tutelare quello che è davvero un bene prezioso. Un ringraziamento speciale e personale, va agli inviati Rai di questi anni, con i quali sono cresciuto e, con i quali mi sono appassionato al giornalismo sportivo: Gianfranco Mazzoni, Ivan Capelli, Giancarlo Bruno, Giorgio Piola, Stella Bruno ed Ettore Giovannelli.