Ma se Paperoga tocca il sedere a Paperina, che succede? A quanto pare, il finimondo. L’autosospensione di John Lasseter, direttore creativo della Pixar e degli studi di animazione della Disney, fa capire due grandi e terribili verità sull’America (e non solo l’America) di oggi. La prima è che negli Stati Uniti si sta sempre più verificando una caccia alle streghe, sia pure a ruoli invertiti. Non c’è più bisogno di una denuncia, bastano alcuni colloqui “difficili” con ex collaboratrici, basta la minaccia di un pubblico scandalo a provocare la confessione espiatoria dell’interessato. Lasseter non ha nemmeno provato a difendersi: si è messo da parte ammettendo di aver compiuto anni fa “gesti non voluti”, “oltrepassando la linea” (quale?) con alcune collaboratrici. Obbedendo a meccanismi psicologici non molto diversi, molte streghe senza nemmeno il ricorso alla tortura confessavano di essere state succubi del demonio.
La seconda verità riguarda il fatto che, come tutte le rivoluzioni, anche quella della correttezza politica finisce per divorare i suoi figli. Come si diceva al tempo della rivoluzione francese, per puro che tu possa essere, troverai sempre qualcuno più puro di te che ti purificherà, ovvero ti epurerà, sempre che tu non ti auto-epuri prima . A mezzo secolo dalla morte del suo fondatore, tipico esempio di self made man Wasp, assertore dei valori del vecchio americanismo e vicino nel secondo dopoguerra alla Motion Picture Alliance for the Preservation of American Ideals, nella Disney c’è oggi ben poco di Disney. Mondialismo e ideologia del gender trionfano nella versione del Giro del mondo in 80 giorni con un Passepartout cinese che risolve le situazioni tirando di Kung fu o nella serie di Andi Mack con un ragazzino che prova inclinazioni per un amichetto, messaggio non tanto subliminale rivolto ai preadolescenti destinatari del programma. Ma nemmeno questi meriti sono bastati a mettere al riparo Lasseter dall’inquisizione femminista. C’è da aggiungere che, dopo un periodo di autosospensione, forse si salverà, a differenza di tanti uomini di spettacolo, licenziati senza processo: la Disney pare intenzionata a difenderlo. Business is business e Lasseter ha salvato l’azienda e la Pixel con successi come “Frozen”, “Cars” e “Alla ricerca di Nemo”. Ma ormai la pubblica umiliazione c’è stata. Negli studios dove è nato Paperino, Lasseter ha dovuto ammettere di essersi comportato come un Paperoga qualsiasi, mentre credeva di essere un Gastone.