E’ un modo diverso e originale di conoscere la città. Esistono già i City Sightseeing, ovvero i coloratissimi pullman scoperti che permettono di visitare i monumenti romani comodamente seduti: ma non si provano le stesse emozioni viaggiando su un tram degli anni 20 del Novecento. Lo scenario è affascinante e lo spettacolo è molto suggestivo. Si evita il traffico, la calca dei marciapiedi e si procede in tutta tranquillità lungo i binari attraverso i luoghi simbolo della città.
Partenza!
Si parte da Porta Maggiore, lungo le Mura Aureliane. Era in origine un arco monumentale, eretto nel 52 d.C. per volontà dell’imperatore Claudio, che faceva da raccordo a ben undici acquedotti. In questo modo le acque provenienti dalla provincia erano convogliate in un solo punto e smistate. Nel III secolo l’imperatore Aureliano inglobò la struttura nelle sue mura, trasformandola in un’ingresso urbano. Da qui ha inizio il tour romano a bordo del tram d’epoca.
Le basiliche
I passeggeri hanno modo di visitare lungo il tragitto la basilica di Santa Croce in Gerusalemme e quelle di San Giovanni in Laterano e di San Clemente. La prima venne edificata, secondo la tradizione romana, dall’imperatrice Elena, madre di Costantino, per conversarvi le reliquie della Vera Croce, che lei stessa aveva recuperato a Gerusalemme. La basilica lateranense è la cattedrale di Roma, dove vi è il palazzo vescovile, ed è la prima chiesa della storia cristiana. San Pietro, invece, è la cattedra papale, dove il pontefice, da pastore universale qual è, parla a tutte le genti. Papa Francesco, a Roma, è sia il vescovo della diocesi sia il successore di San Pietro. San Clemente è la tappa successiva, a poca distanza dal Colosseo. E’ un antichissimo luogo di culto, che conserva al suo interno una delle più remote traccie del volgare italiano. In un affresco sul martirio di San Clemente si può leggere la frase vernacolare “Fili de le pute, traite, Gosmari, Albertel, traite. Falite dereto co lo palo, Carvoncelle!” Viene pronunciata dal prefetto Sisinio per incitare i suoi uomini a trascinare il santo, che Dio aveva reso pesante come una colonna di marmo.
L’anfiteatro e il circo
Il tram d’epoca sosta al Colosseo. L’anfiteatro Flavio, che prende il nome dalla dinastia imperiale che lo commissionò, è probabilmente il monumento romano che più di tutti ha impressionato gli antichi e i moderni. Venne chiamato Colosseo per via della grande statua di Nerone che sorgeva a poca distanza. Qui si svolgevano combattimenti sanguinari tra gladiatori o tra uomini in arme e animali feroci. Con la conversione al cristianesimo della società romana si pose fine a questi spettacoli e il Colosseo rimase lì, a testimoniare la grandezza di una civiltà. Nel medioevo e nel Rinascimento quel colosso intimoriva e faceva sognare chi passava di lì e gli artisti che nel Settecento e nell’Ottocento si recavano a Roma durante i Grand Tour italiani. Il Circo Massimo è la prossima tappa. Era dedicato esclusivamente alle corse dei cavalli ed è, probabilmente, la più antica struttura circense di Roma. La sue origini risalgono ai primi decenni della storia romana, quando qui si celebravano alcuni giochi in onore di Romolo. Nella valle dove venne adagiato il circo marmoreo, che sostituì uno precedente in legno, ci fu il famoso ratto delle Sabine.
Una piramide a Roma
L’ultima tappa del tour, prima del ritorno a Porta Maggiore, è la strana piramide che tuttora sorge nei pressi di Porta San Paolo, incastonata nelle Mura Aureliane. Quando la minaccia barbarica si fece sempre più seria, le autorità inglobarono nella cinta muraria gli edifici che incontravano lungo il cantiere: in questo modo velocizzarono la costruzione e la rendevano più possente. E’ la piramide di Caio Cestio Epulone ed è strano trovarla qui, in uno dei quartieri più moderni e affollati della città, e non in Egitto, il suo luogo naturale. I romani hanno sempre mostrato un grande interesse per questa strana struttura e nel medioevo si pensò che fosse addirittura il sepolcro di Remo.