E se gli eredi politici della Nuova Destra fossero gli altri populismi? Quelli del nord Europa, quelli freddi e aridi, quelli detti ultra-destra, così lontani dalla tradizione missina e lepenista?
Alice Weidel, leader di AfD, oggi sulla bocca di tutti come capo della destra estrema tedesca è una libertaria, omosessuale, sovranista, identitaria. Ricorda l’olandese Pym Fortune. Libertario, gay, cattolico, dandy raffinato, cultore della civiltà europea. Il parallelo lo ha fatto egregiamente l’Anarca, Giampaolo Rossi sul sito de Il Giornale. Destre che non ti aspetti. Come quella di Wilder, sempre in Olanda. Come l’Fpoe di Heider, leader localista, bisessuale, divenuto scomodo perché capace di creare un movimento populista e liberale oggi perno della politica austriaca.
Esempi così lontani dalla tradizione politica della destra mediterranea e francese, seriosa, consociativa, tattica, polemica senza essere mai realmente percepita come classe dirigente autonoma.
Il punto politico risulta chiaro: chi in Europa ripensa l’individualismo in un contesto nuovamente comunitario, chi da posizione libertarie, condanna e si batte contro la tecnocrazia globalista, numeri alla mano, sembra mettere in pratica meglio ed in modo più tecnico tutto quel portato culturale che noi definiremmo “nuovo destro”.
Vi è in queste ultra-destre populiste di stampo nordico una vitalità eretica che ricorda l’humus anarchico tradizionale prefascista, fiumana, dalla quale assieme alla Rivoluzione Conservatrice, Alain de Benoist trasse il percorso verso un post fascismo democratico: certo cambiano i tempi ed i parametri economici, laddove al sindacalismo rivoluzionario di fine ottocento si sostituisce una visione liberal-corporativa; e tuttavia tanta forza propulsiva e sincretica sconcerta l’establishment mondialista.
È chiaro anche come solo intorno a Matteo Salvini possa nascere il riferimento italiano di questa evoluzione politica, per storia e programmi. Tuttavia la mancanza di strappi politici importanti, una classe dirigente ancora legata ad atteggiamenti prettamente demagogici e per questo debolmente tattici spostano alla prossima legislatura eventuali progressi della destra italiana. Un problema grave visto l’ennesimo governo di coalizione europeista in arrivo dalle urne del prossimo anno.