Il calcio italico è figlio legittimo di Nereo Rocco e Gianni Brera. Storicamente patria del catenaccio, di difese granitiche e, di conseguenza, anche di portieri tecnicamente eccellenti, tanto è vero che uno dei topoi da bar dello sport vuole che l’estremo difensore di livello valga come mezza squadra. Proprio per questo nel nostro Paese il cammino dei goleiros stranieri (sudamericani in particolare) è sempre in salita, guardati costantemente con diffidenza dai tifosi, che non risparmiano loro bordate di fischi sin dalla prima incertezza.
Ragion per cui, per un portiere brasiliano, uscire dal campo tra gli applausi dell’esigente pubblico della Curva Sud dell’Olimpico di Roma fa notizia, ed Alisson Becker ha superato a pieni voti la “prova” Atletico Madrid, salvando più volte il risultato e la Roma dalla capitolazione. Il suo primo intervento è istinto puro contro il tiro da due passi di Griezmann, sul quale il nostro goleiro si distende a copertura della sua porta. Ad apertura di secondo tempo non si fa sorprendere dallo “scavino” di Vietto, rimanendo in piedi fino all’ultimo ed ipnotizzandolo nell’uno contro uno. Ma ad Alisson non basta e decide di prendersi la scena ingaggiando un duello a distanza con Correa, sfortunato nel trovarsi davanti l’estremo romanista in giornata di grazia: il numero uno giallorosso, infatti, è prima rapido a distendersi su un rasoterra del colchonero e pochi minuti dopo determinato nel mettere le mani tra il terra-aria scagliato dall’avversario e la propria rete. La ciliegina sulla torta è però l’ultimo spettacolare intervento a pochi giri di lancette dal triplice fischio, quando Alisson abbassa la saracinesca in faccia a Saul, rispondendo al colpo di testa di quest’ultimo con un reattivissimo guizzo in contro tempo sulla sua sinistra.
Dopo il match di Champions il numero uno brasiliano ha dimostrato di avere il carattere per poter reggere la pressione di una partita contro una grande d’Europa, oltre che ottima reattività e rapidità, sta a lui ora riuscire dove gli altri suoi colleghi sudamericani (tra i quali il nomen omen Goicoechea) hanno fallito: mantenere costante il rendimento nell’arco di tutta la stagione, assicurando prestazioni elevate anche nelle partite in cui non tocca al portiere essere protagonista.