Il 18 settembre 1897 venne inaugurata la linea ferroviaria Sulmona – Carpinone, che attraversa tuttora gli Appennini abruzzesi e molisani. Fu un evento epocale per le comunità montane che per secoli vissero in parziale o totale isolamento. Da quel giorno il treno concretizzò le speranze di quanti ambivano ad una vita migliore.
Un treno per la montagna
L’Abruzzo e il Molise godevano già di una relativa visibilità e l’economia locale era animata da numerosi centri artigianali e industriale. Era necessario migliorare le vie di comunicazione per permettere alle merci di raggiungere in breve tempo la costa tirrenica e quella adriatica: imbarcate su navi mercantili, avrebbero raggiunto anche le regioni più estreme d’Europa. Il 13 giugno 1885 il Consiglio dei Lavori Pubblici approvò il progetto per la costruzione della ferrovia Sulmona – Carpinone, come era già stato stabilito dalla legge Baccarini del 1879. Una targa commemorativa nella stazione di Roccaraso ricorda l’impegno del senatore Giuseppe Andrea Angeloni, originario del paese, nel promuovere la costruzione della ferrovia.
Un gioiello dell’ingegneria
La linea ferroviaria doveva attraversare un territorio difficile, montano e aspro. La costruzione della Sulmona – Carpinone rappresentò un caso eccezionale per l’ingegneria italiana. I 128 km di binari dovevano superare scarpate e le alte cime appenniniche: fu possibile grazie alle 25 gallerie (la più lunga è quella che buca la Majella, lunga ben 4 chilometri) e a numerosi viadotti che permisero alle locomotive a vapore di superare burroni e scarpate. Le altitudini crearono non poche difficoltà agli ingegneri, partendo dai 400 msl di Sulmona per arrivare ai 1268 msl della stazione di Rivisondoli – Pescocostanzo, la seconda più alta d’Italia dopo quella del Brennero (1300 msl). Il soprannome Transiberiana d’Italia calza a pennello!
Per Napoli
In realtà la Sulmona – Carpinone è una costola della direttissima Napoli – Pescara, il tratto più difficile e impegnativo. I treni che la percorrevano erano soprannominati le Napoletane, riferendosi ai numerosi convogli diretti nella città parteneopea. All’inizio le locomotive in servizio sulla linea erano quattro (Solmona, Majella, Palena, Isernia), che prendevano il nome dai loro depositi. In particolare la Isernia fu impiegata per la costruzione della linea ferroviaria.
Dal 15 al 17 settembre si sono celebrati i 120 anni della Transiberiana d’Italia. Per onorare degnamente un pezzo di storia locale e nazionale sono stati organizzati treni d’epoca, dibattiti, mostre fotografiche e modellistiche ed è stato inaugurato un monumento dedicato alla Transiberiana d’Italia nel paese di Campo di Giove. Le carrozze storiche, trainate da una bellissima locomotiva modello 940, per tre giorni hanno viaggiato da Sulmona verso Roccaraso, offrendo uno spettacolo raro e inestimabile. Accanto al vapore non potevano non mancare le automotrici a diesel, un’Aln 668 1400 e una Littorina, che per decenni affrontarono le irti pendici dell’Appennino abruzzese e molisano. L’associazione LeRotaie di Isernia e la Fondazione Fs, una fondazione delle Ferrovie dello Stato, hanno organizzato tre giorni memorabili per onorare un gioiello dell’ingegno italiano.