Pubblichiamo l’intervento di Vincenzo Sofo, dirigente della Lega e responsabile del progetto de “Il Talebano”, spazio di riferimento dell’area identitaria nel Carroccio
Gli italiani hanno voglia di tornare ad affidarsi alla destra. E nel 2018, finito il ciclo Monti-Letta-Renzi-Gentiloni, hanno l’occasione per farlo. Questi stessi italiani però lamentano la mancanza in Italia di una destra alla quale affidarsi. Negli ultimi 20 anni infatti la destra è stata distrutta da Berlusconi che soffocando AN e tenendo la Lega al Nord ha monopolizzato la metà conservatrice del paese mutandola in quella storpiatura di nome centrodestra.
Chi ha impedito che la destra morisse definitivamente è Salvini. Rinnovando il progetto leghista e dandogli una dimensione nazionale, ha ridato casa alle istanze identitarie provenienti da tutta la penisola sparigliando le carte a Silvio, che sperava di restare l’unico protagonista puntando sulla mancanza di alternative e invece si è trovato un nuovo leader che peraltro agisce in autonomia, puntando a essere guida non solo di un partito ma di tutta un’area politica.
Salvini è infatti oggi punto di riferimento trasversale all’interno del popolo italiano, caratteristica che gli ha consentito di essere visto oggi come competitor di Berlusconi alla guida del cosiddetto centrodestra. Non è un caso che per sbarcare al centrosud abbia scelto una piattaforma in stile civico come Noi Con Salvini, poichè – al netto di problemi di altra natura – le simpatie che il leader del Carroccio raccoglie provengono da diversi mondi.
In quest’area politica non può mancare la destra, che anzi dev’essere protagonista. La parte identitaria (leghisti sovranisti ecc.) della coalizione che verrà dovrà essere la parte più forte per far sì che queste istanze siano la colonna portante del programma che la coalizione porterà avanti e che non finiscano per essere un suppellettile a sostegno del monopolio liberal come in passato.
E’ dunque ora che la destra si riaggreghi attorno a Salvini. Dove per destra s’intende la miriade di realtà culturali e territoriali rimaste orfane in questi anni di un progetto serio e dunque vagabondanti ognuna per conto proprio in attesa di una strada da intraprendere. E dove per riaggregarsi non basta più un generico “All’armi!” condito dai soliti quattro slogan triti e ritriti ma serve un fattore aggregante concreto e uno scopo politico concreto.
Cinque anni fa ho iniziato a portare a Salvini il patrimonio culturale della destra con l’aiuto de Il Talebano e 2 anni fa – con le realtà militanti aggregatesi sotto la rete di 1000 Patrie – ho iniziato a mostrare a Salvini il patrimonio umano della destra. Ora, è il momento di portare a Salvini il patrimonio politico di quest’area, dimostrando che dietro a quel mondo di quasi 5 milioni di elettori determinanti per le sorti del Paese c’è un pacchetto di idee e proposte concrete da portare avanti per rendere reale il cambiamento che sogniamo per l’Italia.
Salvini oggi è l’occasione per le idee della destra di tornare protagoniste e al governo. Ma per farlo occorre avviare una campagna che raccolga, divulghi e consegni a Salvini il contributo della destra per costruire la migliore Italia possibile. Una campagna che dai territori prelevi le istanze e le metta sul tavolo del leader del Carroccio affinchè entrino a far parte del suo programma e con essa si aprano le porte di quest’area politica a chi su quei territori lavora per affermare la nostra visione delle cose. Una campagna aperta a chiunque sia disposto a collaborare per non perdere questa occasione e che, viste le disponibilità che già raccoglie ancor prima di essere lanciata, porterebbe un contributo decisivo al percorso di Salvini.