L’enfaint du pays, ripudiato due stagioni fa a furor di popolo, si è preso l’ennesima rivincita. Ogni volta che il Bari incontra per strada l’ex Ciccio Caputo sono dolori. Dopo le prestazioni maiuscole con la maglia dell’Entella, il bomber altamurano si è ripetuto a Empoli propiziando con una prestazione maiuscola la prima debacle dell’era Grosso ed evidenziando i limiti di una squadra ancora in costruzione e con numerosi interrogativi.
Ko contro avversario di rango
Che l’Empoli sarebbe stato ben altro sparring partner rispetto all’evanescente Cesena, e quindi banco di prova ben più pregnante, si era detto. Certo che i due gol di Caputo e l’assist al bacio offerto a Donnarumma per la terza rete, nel deserto di marcature dei baresi, hanno messo nell’angolo la tripletta contro i romagnoli e fatto risuonare un grosso campanello d’allarme.
Difesa ballerina
Problemi un po’ ovunque. I più visibili quelli difensivi, dove la macchinosità di Tonucci e Capradossi nulla ha potuto per opporsi alla freschezza degli avanti avversari che li hanno uccellati senza difficoltà. L’esordio di Marrone è passato inosservato: nessun filtro alla retroguardia e nessun altro tipo di iniziativa propulsiva. Il gioco d’attacco? Inesistente per tutto il primo tempo, dove il gol allo scadere di Tello è stata l’unica conclusione della frazione. Caratteristica comune per tutti i reparti una condizione atletica apparsa inferiore a quella degli empolesi, primi su ogni pallone e vincenti in quasi tutti i contrasti. E un certa sottomissione psicologica, quasi il rigetto rispetto alla verve mostrata sei giorni prima con il Cesena.
Meglio la ripresa, almeno dal punto di vista dell’impegno, ma il gioco ha continuato a latitare anche per l’assenza di un giocatore alla Galano, capace di saltare l’uomo e di rendersi pericoloso. Dopo aver subito in maniera indecorosa il terzo gol, Grosso ha lanciato nella mischia anche Floro Flores (al rientro solo dopo oltre quattro mesi) ma è stato D’Elia a illudere segnando il 2-3 con un gran tiro dal limite.
Adesso il Bari attende il Venezia di Pippo Inzaghi e del mai rimpianto ds Giorgio Perinetti. Sulla carta Grosso non ha problemi di scelte, per la folta rosa a disposizione. Dovrà cercare di quadrare il cerchio, partendo dal consolidamento del gioco difensivo, e trovare le soluzioni giuste per l’attacco dove non gli mancano le opzioni. Con l’auspicio che l’abbondanza messagli a disposizione dalla società faccia rima anche con la qualità perché, con i soli numeri, non si va da nessuna parte.