Sguardo imperturbabile, solo un leggero ghigno per manifestare la soddisfazione per un campionato partito col piede giusto. Alle emozioni forti Fabio Grosso – 40 anni a novembre – ci ha fatto da tempo il callo ma viverle sulla panchina è un’altra cosa. Era una “prima” che contava, quella contro il Cesena. Il peso specifico da mettere sulla bilancia della B dopo il positivo uno-due di Coppa Italia contro Cremonese e Parma. E il bilancio è andato al di là di ogni previsione sia per il risultato rotondo sia per la prestazione. Anche se la differenza tra biancorossi e romagnoli, apparsa ancor più netta del 3-0 finale, non deve far dimenticare le difficoltà per l’ex Andrea Camplone – ora trainer del Cesena – di allestire la squadra schierando anche elementi che sino a qualche mese fa giocavano nei campionati semiprofessionistici.
Superata qualsiasi insidia di natura psicologica, e favoriti dalla pochezza degli avversari (su tutti il portiere Fulignati, con una prestazione sconcertante ai limiti dell’inchiesta federale), i baresi hanno portato a termine con maestria il compito di esordire con una vittoria, diventata sempre più irresistibile nello stesso tempo in cui i bianconeri si sfaldavano. Fermo davanti alla sua panchina, Grosso ha confermato di essere l’opposto dei numerosi colleghi tarantolati – alla Antonio Conte, per intenderci – che si sbracciano per suggerire schemi o che urlano inviperiti senza tregua. Parchissimo di parole – ci ha confidato chi era poco distante da lui – e nessuna gratuita gestualità. La squadra ha dimostrato di non averne bisogno, avendo imparato il copione. Ognuno ha giocato per il gruppo e per la coralità.
Quello che ha più colpito del successo di lunedì sera – che però deve essere confermato da prestazioni simili contro squadre di caratura superiore – è stata la facilità del Bari nello stare in campo, di applicare semplici ma al tempo stesso irresistibili geometrie, di imporre sempre la propria supremazia (ed eccezione del grave svarione difensivo che per poco non ha consentito a Panico, sullo 0-0, di andare in vantaggio). Chiarezza di idee sul da farsi nonostante siamo ancora nel calcio d’agosto, con un organico non ancora al completo e tanti volti nuovi in panchina o tribuna, e con qualche tossina di fatica nei muscoli.
Il buon giorno per ora si è visto come l’abnegazione, anche nei più anziani, di seguire le trame suggerite da Grosso. Ora c’è tutta la giornata da vivere a cominciare da un ostacolo più duro come quello del retrocesso Empoli.