Cittadini! Patrioti! Confratelli! Sale alto il monito indignato: V’ingannano i politicanti virtuosi, con le loro geremiadi supine al buon senso, l’Europa di scartoffie, wurstel, crisi crauti e altre astratte asperità. Riforme? Ridere, come autarchica risposta, sbeffeggiando così questo palinsesto di paranoie. V’ingannano i Piero Angela e le cameriere del tubo catodico, v’ingannano i dettami poveristi, unicamente basati sul masochismo ipocrita nei confronti della rappresentanza. Perché questa seccatura? C’è uno là seduto in vellutato scranno, eletto, l’abbiamo reso celebre per lasciarci in pace, nell’anonimato dei domestici fatti nostri. L’abbiamo votato affinché ci lasci curare il giardinetto e le rose. Trasparenza poi, hahahaha, quando è risaputo che solo la foschia rende intrigante l’avventura mondana. Diciamolo chiaramente, già è fatica essere cittadini, perché mai sopportare in aggiunta il fardello della consapevolezza? Il tedio partecipativo? Il plebeo voler dire la propria? Numeri e dati, verosimili o inventati, sapranno divertire? Chiacchiere maldestre, nella patria del melodramma. Solo l’ignoranza rende lieta la vita, sicché fate un po’ come cazzo vi pare. Orbene, noi massa d’ignoranti, che mai potremmo farcene di dolciniani o luterani al Parlamento? Gente che fino all’altro ieri brucava l’erba del vicino in quanto più verde, ed oggi s’atteggia miseranda in grigliate in mutande. Oppure marinaretti della morale, blateranti firmamenti di sempre nuove regole. Ebbene no, davvero così non va. Occorre senza dubbio sfatare questo mito fasullo francescano, questo voler fare le pulci al potere, questo pauperistico spreco di parole, in favore di virtù che ci annoierebbero già l’indomani. Vogliamo i difetti, promulghiamo incoscienza.
Presto detto ciò che serve all’Italia: più teatro e meno realtà. Anzitutto, come prima proposta concreta, l’instaurazione di una terza camera al Parlamento, in aggiunta alle due già esistenti. L’assemblea di nuovissima creazione, sarà composta dai cittadini più fortunati, giacché quest’ansia del merito ha tediato oltre il dovuto. Al posto delle obsolete elezioni, si proceda a organizzare la diffusione di una sorta di “gratta e vinci”, acquistabile in tutte le tabaccherie della penisola, al modico prezzo di 5 euri. Verranno stampati solo 300 biglietti vincenti, quelli con le 5 poltrone rosse sotto la pellicola argentata, che consentiranno ai possessori di diventare automaticamente Onorevoli. Basta davvero coi partiti, ferraglie ottocentesche, e basta! pure con la finta democrazia diretta. Qui si perora la causa della democrazia casuale – il parlamentare estratto a sorte – nella certezza che solo una botta di culo potrà salvare la Patria dal nefasto destino della nicciana décadence. Legiferino pure Camera e Senato secondo il loro farraginoso cerimoniale, deciderà comunque il terzo emiciclo “estratto” che fare. In base agli umori del momento. Far lievitare i costi della politica, è d’altronde azione meritevole di plauso anzichenò, riporterà la Nazione a eliogabaliche dissolutezze, a tutto beneficio di ludiche atmosfere generali. La si finisca poi con queste spilorcerie di tagli e bilanci, l’Italia ha piuttosto bisogno di vincere Mondiali di calcio con maggiore frequenza; necessita di tavolate imbandite piuttosto che tristi frigo vuoti da taccagni frateschi; abbisogna di baccanali, ben più di uffici di collocamento.
Va da sé che pure gli obblighi formali andranno rivisti, ponendo maggiore cura nell’estetica della rappresentanza parlamentare. Ristoranti stellati, viaggi in carrozze esclusive, villeggiature in alberghi prestigiosi; tutto gratuito, spesato, affinché il deputato possa meditare sereno sulle sorti della Patria. In luogo delle auto blu, si provveda a costituire un parco di calesse blu, ben più eleganti di quelle vetture da papponi. Ville e cavalli, mai più capiti di dover cianciare di attici in promiscue palazzine, ché poi il vicinato s’attacca alle palle per una raccomandazione al ministero. Più ministeri, d’altronde, affinché le auspicabili raccomandazioni possano compensare la sventura d’essere nati sedentari e oziosi. Che facciamo se uno non ha voglia di lavorare? Lo impicchiamo? Sia mai, solo medaglie per i meditabondi. Dovrà certamente cessare anche questo scandalo di politici ambulanti in motoretta o, peggio ancora, in bicicletta! Ma siamo pazzi? Untuosa finta umiltà, tutta recita per simulare vicinanza alle plebee sorti, tutta fuffa per recitare la parte del politico della porta accanto. Tanto poi si sa, sparite le cineprese s’andranno tutti ad ingollare di ostriche e champagne, in qualche villa di lussi. Ebbene, quale vergogna? Venga posto il lusso più sfrenato quale imaginario celeste per il popolo, il quale poi s’arrangerà come potrà, qui nessuno disdegna trasposizioni in osteria. Insomma, basta musi lunghi e crepuscoli, s’abbia il coraggio di ridere prendendo con filosofia l’andazzo generale. W l’Italia!