La nomina del comico Luca Bizzarri al vertice di una prestigiosa istituzione culturale genovese ha scatenato le polemiche dei potenziali elettori del centro destra. Che, al contrario, dovrebbero essere grati a Toti ed al neo sindaco di Genova per aver fatto chiarezza. Il voto all’eventuale coalizione di centro destra non cambierà assolutamente nulla. La cultura, che è alla base della concezione della società, resterà quella di adesso, affidata alla sinistra politicamente corretta, quella del buonismo, dell’accoglienza, delle banalità e dei luoghi comuni. Toti come Burlando, intercambiabili, identici. Non ha alcuna importanza se il comico si rivelerà abile nel presiedere Palazzo Ducale. È la logica che ha portato alla scelta che deve far riflettere. O Toti e compagni sono semplicemente ignoranti e succubi di una sinistra intellettuale che rappresenta il vuoto cosmico ma che lo sa vendere bene, oppure il centro destra ligure non è in grado di esprimere una sola figura di intellettuale preparato. In ogni caso non si capisce perché si dovrebbe votare per un simile schieramento incapace di far crescere persone di cultura o incapace di valorizzarle e difenderle dagli assalti dei mass media di servizio. Non si sa cosa sia peggio. Si rinuncia consapevolmente a svolgere qualsiasi ruolo di indirizzo culturale. Ma di fronte a queste scelte diventa comprensibile il tentativo di riproporre la solita ammucchiata, con Alfano, Lupi, i ciellini e gli sciolti civici. Tutti insieme per conquistare le poltrone e garantire che nulla cambierà. Per avere un comico genovese in ruoli di responsabilità, basta Grillo. Non c’è alcun bisogno delle manfrine di Toti e dei suoi compagnucci della parrocchietta. Il centro destra punta a vincere solo grazie al disgusto provocato dal Pd. Per poi governare esattamente come il Pd. Senza neppure il coraggio di imitare Minniti ma, piuttosto, allineandosi con i catcom come Del Rio. Pronti ad accordi con il bugiardissimo, d’altronde le scelte sono le medesime.