La vera emergenza italiana non è la corruzione, non è la disoccupazione né lo iato (pesantissimo) tra marciapiede e palazzi della politica e dell’economia. Nossignore. La vera priorità in Italia è la lotta spietata al folklore fasciopaesano.
Sissignori, perché credere che a Sermide e Felonica, paesino della sonnacchiosa provincia di Mantova, sia rinato il fascismo è roba che fa ridere i polli. Con tutto il rispetto. Per i polli.
Rimbomba dalle agenzie la notizia secondo cui la Procura avrebbe messo sotto inchiesta nove persone, accusate di violazione alla dodicesima disposizione transitoria e finale della Costituzione che vieta la ricostituzione – con ogni mezzo, evidentemente anche il più ridicolo – del fu Partito Nazionale Fascista. Fiamma Negrini (già il nome, non se la prenda, appioppato a questo caso pare una barzelletta), il padre, il fratello defunto e altre sei persone (tra Rapallo, Verona e Palermo) sarebbero state informate delle indagini a loro carico. Della delicatissima inchiesta si starebbe occupando in prima persona il Procuratore Generale mantovano.
Stiamo ragionando da settimane di una lista civica paesana, roba da dopolavoro ferroviario col busto di Lvi, esagerazioni e fanfaronerie, da un lato e dall’altro. Mentre (tutti) si sciarrano pro o contro la libertà di folklore (che altro non è) la Francia ci scippa l’ultimo barlume di dignità internazionale, l’Austria si prepara a schierare le truppe al Brennero mentre nella classifica internazionale dell’indice di percezione della corruzione, l’Italia figura al 60esimo posto, dopo Paesi come la Namibia, la Romania e Cuba (dati Transparency).
E chissenefrega. Il problema del sistema Italia sono quattro sfigati che per darsi un tono hanno infilato un fascio in una rondella meccanica. E poco importa se tra loro non c’è manco un pericoloso skinhead crapapelada, nemmeno un picchiatore panciuto e ubriaco. Un pezzullo in meno, se ne faranno una ragione i censori dei gruppi revival e (presunte) rievocazioni storiche.
Qui siamo al livello dei “golpisti” con il tank fai da te che avrebbero voluto marciare su Venezia. Dai, torniamo seri. E speriamo che presto l’incartamento arrivi sulla scrivania di un gip meno sensibile alle sirene dei giornaloni e degli ottimi uffici stampa di certa sinistra, pronto ad archiviare il caso per manifesta scemità. Di tutte le parti in causa.