• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
martedì 13 Maggio 2025
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Cinema
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Cinema
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Artefatti

Artefatti. Franco Califano ovvero “tutto il resto è Vita”

by Donato Novellini
26 Luglio 2017
in Artefatti
0
Franco Califano
Franco Califano

Faccia italiana salmastra d’oltremare, filibustiere dai tipici tratti della genia mediterranea – denti bianchi e pelle baciata dal sole – Franco Califano nacque come per vezzo, come per fare lo straniero, a Tripoli, nel 1938. All’epoca la Libia era colonia dell’Impero e, nonostante la breve permanenza laggiù, qualcosa d’esotico rimase impresso, memoria di vento e sabbie funamboliche, nelle gesta avventurose del futuro cantante. Dopo aver lasciato il tristo collegio in favore di astratti corsi di ragioneria serali, al solo fine di poter vivere le magie della notte, Califano si dette ai fotoromanzi e alla poesia, con quel fare bohemien che poi sarà tradotto in “pasoliniano” a futura memoria. Ambizioni e bassifondi. Era un’altra Italia, quella, scacchiera instabile delle più accese contrapposizioni: quella tra violenza politica delle grandi utopie e quella dei piccoli rituali borghesi; l’occupazione studentesca al megafono contro Battisti sussurrato attorno al falò, il cineforum impegnato contro Pierino ed Edwige Fenech e, per l’appunto, quella dei ciclostilati contro i fotoromanzi. L’idea contro la vita, il progetto contro l’attimo, il programma contro il piacere, si potrebbe schematizzare così. Il giovane Califfo, anarca insensibile ai rituali collettivi, guitto insofferente alle ubbie intellettuali e mai pago di libertà, inizia a scrivere testi per canzoni, invero da subito capolavori: E la chiamano estate per Bruno Martino, La musica è finita per Ornella Vanoni, fino al capolavoro del 1973, Minuetto, indissolubilmente legato alla voce dolceamara di Mia Martini. Seguiranno Mina, Iva Zanicchi e molti altri, fino ai Tiromancino con la sublime Un tempo piccolo. Epilogo nazionalpopolare, intinto nella vodka. Intinto nella vita.

L’esordio in proprio (‘N bastardo venuto dar sud, 1972) sembrò più che altro un rifugio nelle confidenziali gergalità del capoluogo, l’espediente a portata di mano per metterci finalmente la faccia. Faccia di bronzo, per altro, di quelle che fanno abbassare senza impicci le mutande alle ragazze, le sottane alle madri e, allo stesso tempo, riescono ad incantare coi rimpianti le nonne, che vorrebbero offrire un caffè. Quello che poi sarebbe diventato “mestiere”, nasceva in realtà da un’innata indole vitalista: la battuta pronta, la pacca sulla spalla maschia, la generosità nel porsi all’altro, il carisma del guascone, gli applausi come antidoto alla solitudine dei randagi, la poesia di chi ha vissuto l’abisso per poi dipingerlo, la notte da esplorare e quindi, alle donne adorate, le rose più belle e fresche del mattino dopo. Rosse ed in gran numero. Fatale, accelerando con Dioniso a fianco, che giungesse qualche impiccio con la legge. “Possesso di stupefacenti”, si premurò di sottolineare la carta stampata, ovviamente menando il can per l’aia del pubblico scandalo per riprovevole condotta. “Possesso di stupefacenti doti di scrivere canzoni”, non sarebbe bastato questo, per evitare al genio le seccature tribunalizie?  Ma il Califfo non era certo uno di quei pretini col bilancino della moralità sempre pronto all’uso, nemmeno paragonabile ai moderni giullari dell’intrattenimento musicale, che di vita non sanno un cazzo. Cavalcò coraggiosamente la tigre dell’onta mediatica, pagandone le conseguenze, per rafforzare le caratteristiche del suo controverso personaggio. Maschera e volto, alto e basso, telecamere e patrie galere, ricevimenti altolocati e infimi bordelli, riconoscimenti ufficiali e transessuali in periferia. La straordinaria periferia di Roma, la vita com’era prima di essere simulata in egotismi posticci e fasulli. La vita che capita di vivere.

Resterà, per i cultori del genere, il memorabile siparietto di Romanzo criminale, nel quale il Califfo (ovvero una comparsa che ne interpreta la parte), annunciato dal Libanese come “Er mejo de Roma”, canta Tutto il resto è noia ad un matrimonio di borgata, tra scherzi, lazzi e troie blindate nei cessi. La celebrazione, vecchio stile in ristorante che pareva giusto prenotare, sorregge un doppio rituale, nel quale la banda eversiva sancisce certi patti di vita e di morte. La canzone certamente più famosa dell’artista, lì come sospesa nell’atmosfera celebrativa, è un magistrale trattato di disillusione, una fuga verso l’irredimibile, la resa dinnanzi ai giri di giostra del desiderio. Quasi un clavicembalo in apertura, aria da balera deserta e addii preventivati, con archi e tromba a fare da contrappunto, sopra i quali cadono le parole, recitate come se niente fosse, in un romanzo d’appendice della durata di quattro minuti. Noia. Noia. Noia. “Si d’accordo ma poi”, è proprio quella premessa bramosa che si fa carico di sputtanare tutto. Quel “poi” che è sinonimo di solitudine. Quel “poi” che è la vita degli effimeri incontri. Quanto Schopenhauer? Quanti fiori appassiti? Fotoromanzo musicato della fine dell’innocenza dell’amore, del barocco di agi costretti in meccaniche ripetizioni, di taverne con ospiti col bicchiere in mano. Non vedi l’ora che spariscano. Quando tutti se ne vanno, poi, si può ascoltare Califano, finalmente in pace.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=bCIIug9YW28[/youtube]

@barbadilloit

Donato Novellini

Donato Novellini

Donato Novellini su Barbadillo.it

Visualizzazioni: 0
Tags: artefattiBarbadillodonato novellinifranco califano

Related Posts

Artefatti. “In vino veritas”, in alto i calici per L’Amara

Artefatti. “In vino veritas”, in alto i calici per L’Amara

15 Ottobre 2024
Artefatti. La musica italiana non è morta, ecco Patriottismo Psichedelico dei Pcc

Artefatti. La musica italiana non è morta, ecco Patriottismo Psichedelico dei Pcc

21 Settembre 2024

Artefatti. Disagio, Debord e CCCP: quarant’anni di mitologia postmoderna

Artefatti. Musica in nero e rune capovolte ai funerali d’Europa

Artefatti. Il percorso del Cavaliere Jean Cau verso il Bosco

Artefatti. Caraco e l’apocalisse nella marcia inarrestabile del caos

Artefatti. Carlo Michelstaedter, la profondità dell’abisso in una piuma

Artefatti. Il bosco, i mostri e il Waldganger: la Fionda di Junger

Artefatti. Ecco Beloukia, il Drieu che ci mancava

Più letti

  • “C’è ancora domani”, tutte le sbavature nel film di Cortellesi

    “C’è ancora domani”, tutte le sbavature nel film di Cortellesi

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • La polemica. Al film della Cortellesi preferiamo l’epopea della Magnani in “Onorevole Angelina”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Salviamo il Comandante Todaro: mito e realtà di un eroe italiano (senza buonismo)

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • In “The Penitent” di Barbareschi la religione è nel mirino degli lgbt

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • La vita romanzesca di Edda Ciano Mussolini tra amore, odio e perdono

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

Il comunitarismo e i corpi sociali nella visione di Kurt Schelling

Il comunitarismo e i corpi sociali nella visione di Kurt Schelling

13 Maggio 2025
Mauro della Porta Raffo rivive il curioso caso di Benjamin Button

Mauro della Porta Raffo rivive il curioso caso di Benjamin Button

13 Maggio 2025
Con l’eclissi del Sacro, dove è finita la Bellezza?

Con l’eclissi del Sacro, dove è finita la Bellezza?

12 Maggio 2025

Ultimi commenti

  • Sandro su Rosita Manfredi, nonna e sentinella solitaria nel paese fantasma
  • Guidobono su “La pace difficile” dell’ambasciatore Starace: l’arte della diplomazia a difesa dei diritti dei popoli
  • L'Instituto Eneide : avec Dominique Venner, pour l'éveil de l'identité européenne | Institut Iliade su “L’Istituto Eneide: con Dominique Venner, per il risveglio identitario degli europei”
  • Il Nazionale su Inter-Barca. Il calcio pragmatico (e italico) di Inzaghi ridimensiona il globalismo blaugrana
  • Il Nazionale su Inter-Barca. Il calcio pragmatico (e italico) di Inzaghi ridimensiona il globalismo blaugrana
  • “L’Istituto Eneide: con Dominique Venner, per il risveglio identitario degli europei” - KULTURAEUROPA su “L’Istituto Eneide: con Dominique Venner, per il risveglio identitario degli europei”
  • Guidobono su Ucraina e tregua: confusione Usa, sabotaggio Ue, attesa russa

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Cinema
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più