Andre Ward contro Sergej Kovalev e Emanuele Blandamura contro Alessandro Goddi. Sono questi i match andati in scena questo sabato, e sono tali da essere elevati a paradigmi dei due volti della boxe contemporanea.
Il primo, in cui venivano contese le cinture IBF, WBO e WBC dei pesi mediomassimi, è stato dominato da scorrettezze reciproche e continui legamenti conditi da colpi dietro la nuca; dopo otto riprese sostanzialmente in parità ecco l’episodio che ha condizionato l’incontro: prima lo statunitense Ward colpisce duramente sotto la cintura il russo Kovalev senza essere sanzionato e poi lo costringe a sedersi sulle corde con una serie di montanti all’addome.
Tanto è bastato all’arbitro per stabilire che “Krusher” Kovalev non potesse più continuare l’incontro. Qui a mostrarsi è il volto peggiore del pugilato, fatto di scorrettezze sul ring e sugli spalti di decisioni partigiane di giudici ed arbitri, nel caso in esame tutti americani, forse presi da una botta di nostalgia per i “bei tempi passati” della Guerra Fredda. Fatto sta che, tra mille polemiche, è Ward a portare a casa l’incontro, venendo giustamente definito sui social dal suo avversario “son of judges” ossia figlio dei giudici.
Invece il derby tutto italiano, disputatosi tra “Sioux” Blandamura e “Highlander” Goddi per il titolo europeo EBU dei pesi medi ha avuto tutto un altro sapore. Un match di un’ottima intensità e frequenza di colpi, caratterizzato nelle prime riprese dalla ferocia dei colpi di Goddi, che, con le sue combinazioni di ganci al corpo ed al volto, ha messo in seria difficoltà il detentore del titolo. Blandamura dal canto suo è stato abile dalla sesta ripresa a sfruttare il calo fisico del suo avversario, colpendolo ripetutamente con i suoi colpi migliori: diretti e montanti, ed evitando le improvvise reazioni di “Highlander”.
Alla fine delle dodici riprese il verdetto dei giudici è stato unanime ed ha riconfermato Blandamura campione europeo con il punteggio di 115-113, 115-113 e 116-112. Ciò che bisogna sottolineare più di ogni gesto tecnico o temperamento agonistico è invece la correttezza tra i due pugili pronti a battersi vicendevolmente i guantoni dopo ogni interruzione ed a scusarsi delle involontarie scorrettezze, continuando a scambiarsi colpi violenti e decisi nel corso del match.
L’abbraccio finale tra i due pugili è un manifesto per questa meravigliosa disciplina, capace di coniugare il combattimento e l’agonismo con i valori del rispetto e della sportività.