Luciano Navarra, classe 1953, è un’istituzione della boxe barese. Campione Italiano categoria superleggeri nel 1980, a trentaquattro anni, dopo aver appeso i guantoni al chiodo, diviene ufficialmente “il maestro Navarra”, mentore di innumerevoli allievi.
Lo abbiamo raggiunto alla palestra New Wave, dove attualmente allena i suoi pugili, per farci raccontare la sua esperienza nel mondo della boxe.
Maestro Navarra, cosa può dirci della sua carriera da pugile?
La prima volta che ho indossato i guantoni è stato a diciannove anni in una palestra di Bari, mia città natale, ed ho proseguito il mio addestramento a Gallarate, poiché ero stato chiamato al servizio di leva a Legnago. Qui sono diventato, tra i dilettanti, prima campione lombardo e poi finalista del titolo Italiano assoluti. Dopo aver perso la convocazione alle Olimpiadi di Montreal a causa di un’influenza ( ci vuole fortuna nella vita, come ripeto sempre ) sono passato tra i professionisti nel ’76 e dopo quattordici vittorie e due sconfitte persi il match per il titolo Italiano contro Martinese. In totale ho conteso per cinque volte il titolo Italiano, riuscendo a vincerlo nel 1980 a Torino ai danni di Francesco Marcello, ed infine, dopo cinquanta incontri e ventiquattro vittorie, ho concluso la mia carriera nel 1987.
Ma non ha mai abbandonato il ring, vero?
Si difatti nell’82 ho aperto la mia prima palestra e continuo tuttora a dedicarmi alla preparazione dei miei pugili.
Quali sono state le sue soddisfazioni maggiori una volta indossati i panni di maestro?
La vittoria del campionato Italiano novizi da parte di Maurantonio ( mio nipote oggi purtroppo prematuramente scomparso ) che aveva tutte le caratteristiche del suo maestro, e la vittoria della cintura Italiana pesi medi nel ’91 all’angolo di Nicola Inverardi.
Dall’alto della sua esperienza come valuta il movimento pugilistico in Italia?
Devo ammettere, ahimè, che non vedo un grande entusiasmo, basti dire che ho dovuto chiudere la mia palestra nel 2008, dopo vent’anni di attività, poiché le spese superavano di gran lunga gli introiti e soprattutto perché di pugili ce ne erano sempre meno…
Potremmo dire che proprio qui, nei territori della Magna Grecia, dove questo sport ha le sue antichissime origini, non c’è più interesse per il pugilato?
Amaramente devo ammettere che è così, e questo mi rattrista molto.
Un vero peccato anche perché quali sono, secondo lei, i valori che questo meraviglioso sport trasmette a chi lo pratica?
Sicuramente la boxe aiuta i ragazzi a intraprendere una vita sana, pulita, ed inoltre li motiva a dare il meglio di sé, imparando a conoscere la propria forza. L’addestramento del pugile è un addestramento alla vita, che in fondo altro non è che un vero e proprio combattimento.