Si chiama P180, un nome importante per Piaggio Aerospace sia che tu ami le Vespe (come dimenticare il leggendario e indistruttibile Vespone 180?), sia che tu guardi al cielo all’insegna del lusso e dell’italian style. Un executive turboprop (due motori ad elica spingente), piccolo ma elegantissimo e accogliente, apprezzato tanto dai privati quanto dalle Forze Armate come l’Aeronautica Militare che lo ha in dotazione. E per essere un prodotto piuttosto recente, i numeri non sono poi male anzi, un vero vanto per l’italianissimo brand: oltre 200 gli esemplari venduti nel 2010, ai quali oggi si aggiungono 6 Evo, modello rivisto e potenziato.
Il P180 è progettato negli Anni ’80 come veicolo di nuova concezione, pronto ad affiancare (e sostituire) i fratelli P136 (un piccolo aereo anfibio) e il P166, quest’ultimo rimasto in forza ai corpi di polizia e alle FFA sino a pochi anni fa. Con i predecessori condivide le
due eliche spingenti (anziché posti in avanti, i motori “guardano” verso la coda), ma come linea e design si mostra imbattibile tanto da essere sfruttato da Compagnie e non quale executive o, popolarmente parlando, “jet privato” (da 6 passeggeri). Eppure di jet non si tratta perché, al pari del più grande italo-francese ATR, la turboelica garantisce una velocità sì inferiore del motore a “jet”, ma con consumi molto più contenuti. Tanto per fare un raffronto, il Learjet 60 di Bombardier è un executive (10 passeggeri) con velocità max di poco superiore agli 800 km/h, a fronte dei 754 Km del P180. Uno scarto non enorme, considerando che il collega americano ha motori turbofan (turboventole, come la maggior parte degli aerei di linea); la differenza sostanziale è, semmai, nell’autonomia: 2400 km per il Piaggio, quasi 4500 Km per il Lear. Ma è qui che casca… l’Evo: Piaggio Aerospace col nuovo prodotto guarda sia ai clienti più esigenti (fino a 7 passeggeri oltre a due piloti, perfetta pressurizzazione e raggio di 3185 Km), sia per a coloro che hanno bisogno di un mezzo affidabile per le “special missioni” (l’AM lo sfrutta già da tempo per i trasferimenti urgenti) e le missioni di emergenza medica, considerate anche le capacità STOL (Short Take Off and Landing) dell’apparecchio.