Il campo di battaglia stavolta non è l’infuocato e polveroso deserto Messicano, ma è nella terra degli Yankee, più precisamente nella T-Mobile Arena di Las Vegas.
Ed a contendersi la vittoria non ci sono più Porfirio Diaz e Alvaro Obegòn, ma Julio Cesar Chavez Jr. ( figlio d’arte dell’omonimo Chavez pluricampione mondiale pesi leggeri e superleggeri ) e Saul Alvarez detto “El Canelo”, detentore del titolo mondiale Wbo superwelter.
E’ una nuova Guerra Civile Messicana quella che va in scena tra lo scintillio dei casinò e delle luci artificiali, meno cruenta, ma anche meno spettacolare del previsto.
A discapito della storica foto del rivoluzionario messicano Pancho Villa con addosso due cinturoni incrociati carichi di munizioni, questa volta tra Alvarez e Chavez di colpi non se ne vedono molti, specialmente da parte di quest’ultimo che sembra aver caricato a salve il suo destro.
Chavez infatti non riesce mai ad andare a bersaglio, a volte centrando la guardia di El Canelo, altre volte andando addirittura a vuoto: un errore imperdonabile con Alvarez, che ad ogni colpo schivato risponde con precisi jab e ganci destri e sinistri che il più delle volte colpiscono in pieno volto il suo avversario.
Anche quando Alvarez è costretto alle corde, Chavez non ne approfitta permettendogli di organizzare il contrattacco, e questa volta le combinazioni di montanti, diretti e ganci di El Canelo non sono per niente a salve, ma raffiche di mitra che crivellano il corpo di Chavez.
A quest’ultimo va riconosciuto soprattutto il merito di non andare mai al tappeto nonostante i colpi subiti, ma quando cerca una reazione è sempre troppo indeciso o lento e Saul Alvarez ne fuoriesce senza troppi grattacapi.
Dopo le dodici battaglie da 3 minuti il verdetto dei giudici è unanime ed a prevalere è senza dubbio El Canelo Alvarez che porta a casa la vittoria ai punti con il risultato di 120 a 108.
Dopo il match nessuna dichiarazione al veleno o fratricida tra i due connazionali latino-americani, con Chavez Jr. che ammette la superiorità del rivale che lo condanna a continuare l’oramai intrapresa parabola discendente nella sua carriera.
Ma il maggior sussulto della serata avviene proprio in conferenza stampa: galvanizzato dalla vittoria El Canelo sfida Gennadi Golovkin a mettere in palio le cinture WBC, WBA e IBC dei pesi medi. Il contratto è già stato firmato e dopo la Guerra Civile Messicana il generale Saul Alvarez è atteso dalla sua prossima campagna in Kazakistan: alea iacta est.