Marion Le Pen s’è presa la responsabilità di abrogare la contestatissima legge Taubira che, in Francia, ha aperto le porte al matrimonio gay. Però, assicura Marion, “non è una priorità”.
Dovesse vincere Marine il ballottaggio del prossimo 7 maggio, sarà la nipote Marion a svolgere il ruolo di intermediaria tra il (nuovo) governo e le istanze che arrivano dal mondo cattolico e della Manif pour tous che è nata proprio come reazione alla legge che porta il nome dell’ex ministro di François Hollande.
Intervenuta in tv, a Bfm-Tv, Marion Le Pen ha spiegato la sua posizione. Le vecchie unioni, quelle già celebrate, non saranno annullate. Sarà sua premura, però, lavorare affinché la legge venga cassata. Con molto equilibrio, poi, la giovane Le Pen ha assicurato che non si tratta di una priorità (ce ne sono ben altre, in Francia come in tutto il mondo occidentale) ma che si sente di promettere il suo impegno su un tema molto sentito dai conservatori transalpini.
La legge Taubira è stata approvata nel 2013 e scatenò un’ondata di polemiche sfociata in una serie di importanti manifestazioni di piazza. Le sigle e le famiglie, poi, si coalizzarono nella sigla della Manif pour Tous che, travalicati in un amen i confini francesi, oggi sostiene le battaglie per il matrimonio tradizionale, il “no” all’adozione gay e la libertà di espressione contro le leggi anti-omofobia.