Dai 5 stelle alla Le Pen. Il percorso del bergamasco Marco Zanni, parlamentare europeo eletto nelle file grilline, per molti sembra strano, ma è in realtà ben più lineare di quanto si pensi. Partito in un movimento alleato dell’euroscettico Ukip di Nigel Farage, dopo la svolta “europeista” che ha portato i pentastellati ad entrare nel gruppo dell’Alde, ha deciso di rimanere sulle posizioni di partenza, entrando però a far parte del gruppo guidato dal Front National, “Europa per le Nazioni e la Libertà” (ENF). In questi giorni lo si è visto alla festa regionale di Fratelli d’Italia in Lombardia, organizzata in provincia di Mantova, a fianco di Carlo Fidanza e di altri esponenti nazionali del partito di destra.
Durante la festa Zanni ha spiegato che l’attuale ordinamento economico europeo è il frutto di un’idea economica di matrice tedesca del tutti contro tutti, che però favorisce la Germania e distrugge le classi sociali medio basse, a partire dalle piccole imprese per arrivare alle classi operaie. Un sistema che è però fallito e la manifestazione primaria di questo fallimento è l’euro. “Sappiamo ormai fin troppo bene – spiega Zanni anche sul suo blog – che l’architettura dei trattati UE, dell’Eurozona e della moneta unica sono stati funzionali al progetto di restaurazione liberista, all’imposizione del mercantilismo ordo-liberista teutonico a tutti i partner europei, alla creazione di un sistema asimmetrico e punitivo per i paesi in deficit e alla redistribuzione dei redditi dal lavoro al capitale (il Jobs Act né è solo l’ultima prova di questo procedimento in atto dall’inizio degli anni ’80) e alla cancellazione dei diritti Costituzionalmente garantiti ai cittadini. Come spiegato più volte le conseguenze dell’euro sono proprio queste: alta disoccupazione strutturale, deflazione dei prezzi e stagnazione economica permanente”.
Al momento Zanni è nel gruppo lepenista come indipendente, ma appare chiaro che la sua collocazione italiana si delineerà andrà di pari passo con quella europea.