La vicenda del campo estivo dei ragazzi di «Curra di Mare» (che abbiamo già raccontato) ebbe un prologo qualche mese prima (febbraio 1972) a Palermo, quando la sede del «Fronte della Gioventù» e della sezione «Giovanni Gentile» vennero perquisite, a seguito dell’ennesima colluttazione tra giovani studenti, dagli agenti della squadra politica della «Polizia di Stato». Il Questore dell’epoca avviò, al contempo, anche tutta una serie di interrogatori, “per accertamenti” sia negli uffici della Questura che in vari Commissariati di zona, ai giovani aderenti al «Fronte della Gioventù» e, addirittura, le principali testate giornalistiche italiane («Corriere della Sera», «La Stampa», etc..) “raccontarono”, dal loro punto di vista, la violenza messa in atto, in pieno centro città (Via Roma), dai «neosquadristi» nei confronti di tre “inermi” studenti liceali. Il clima politico, d’altra parte, in quel periodo era particolarmente caldo e la Destra politica si apprestava a vivere la stagione dell’«antifascismo militante». Dove tutti i partiti si trinceravano nel cosiddetto «arco costituzionale», isolando di fatto il «Movimento Sociale Italiano» all’interno delle Istituzioni. Tutto ciò non poteva non avere dei riflessi di vario genere, che in taluni casi sfociavano in scontri violenti tra coloro che avevano visioni politiche differenti. Nel capoluogo siciliano, in particolare attorno agli istituti scolastici, lo scontro, spesso fisico oltre che verbale, tra le opposte fazioni era divenuto quasi quotidiano. Non a caso Dino Grammatico, capogruppo all’«Assemblea Regionale Siciliana» e Commissario straordinario della «Federazione di Palermo del Msi», aveva già pubblicato, in replica ad un dossier apparso sulle pagine del mensile comunista «Rinascita» (che attribuiva ai giovani ragazzi di Destra l’origine delle violenze in Sicilia), un «libro bianco» su quelle che, invece, i missini definivano le «violenze comuniste». Tuttavia fu subito evidente, al di là delle classiche schermaglie tra le parti, un differente trattamento da parte delle Istituzioni preposte al controllo del territorio e dei media. Quasi sempre, infatti, ad essere accusati finivano per essere i giovani missini. Un caso eclatante, ma fino ad un certo punto, fu proprio quello del segretario della sezione «Giovanni Gentile» che, a seguito della sopraccennata perquisizione, fu perfino tradotto nelle carceri dell’Ucciardone, con l’accusa di essere, per i giovani ragazzi del «Fronte della Gioventù», un “addestratore” di lotta giapponese. Mentre diversi di quei giovani ragazzi sottoposti agli estenuanti interrogatori, che in qualche caso durano diverse ore, furono, nei successivi mesi estivi, protagonisti proprio del campo estivo di «Curra di Mare» poi sgombrato d’impeto (come abbiamo visto) dalle forze dell’ordine. Il «Movimento Sociale Italiano» si trovò, pertanto, costretto a prendere posizione e lo fece sempre Grammatico attraverso una sua nota ufficiale, affermando che si respingono «gli ulteriori tentativi dell’estrema sinistra intesi a mettere in cattiva luce il Msi nei confronti dell’opinione pubblica» e che il «Fronte della Gioventù» era in una posizione di «assoluta estraneità ai fatti». Alcuni di quei protagonisti dopo aver letto l’articolo che riprendeva quella vicenda, ancora oggi si chiedono quale fu la loro colpa? Quella di militare tra le fila del «Fronte della Gioventù»? O quella di cuocere, nei giorni del campo estivo, i rigatoni al sugo … con l’acqua di mare?
*Presidente Centro Studi Dino Grammatico