L’unica vincitrice morale, effettiva e reale del Festival di Sanremo è Maria De Filippi. La Sanguinaria, come la chiama Dagospia, che regala alla Rai uno share del 58% alla puntata finale in un’edizione che, di per sè, tutto è stata tranne che scoppiettante.
Sobria al limite dell’assenza su cui impronta il suo efficace stile di conduzione, il bacio di Robbie Williams l’ha riconsegnata scongelata e un po’ più umana. Che classe, poi, non pretendere la vittoria di nessuno dei suoi rampolli (almeno nella gara dei big). Che carisma, l’aver costretto Massimo Giletti a rimestare nell’armadio della sua lontana giovinezza per ritrovare un giubbotto figo per presentarsi al meglio al suo cospetto. Che liberazione, l’aver rottamato i brontosauri della canzone italiana, averli indotti a rosicare malissimo e a farsi difendere da sora Iva Zanicchi. Tipo Al Bano e il suo cappellone da Uomo del Monte.
Maria De Filippi vince a Sanremo e in tv per un solo, grandissimo motivo: non si può ignorare. O la ami, o la odi. Chi la ama lo fa visceralmente, chi la odia lo fa ancora più carnalmente. È fortissima perché fa uscire tutti i tic nazionalpopolari. In ogni senso. Dalla sgallettata che spera di fare i soldi mostrando le cosce, al moralista cupo di periferia che invoca più documentari e meno Belen.
Però i numeri parlano chiaro: C’è Posta per Te andrà avanti per i prossimi trent’anni, Rai Storia rischia di chiudere. E giù di pernacchie e analisi sociologiche e auspici antropologici da Café Bohème. La De Filippi è nazional-popolare, non come lo fu Mike Bongiorno ma come lo fu Berlusconi e ancor prima la Democrazia Cristiana. Tutti giurano di non aver mai visto una sua trasmissione eppure da quasi trent’anni fa ascolti pazzeschi. Se l’Auditel valesse un’elezione, la tracotante Angela Merkel le porterebbe la borsa a Nostra Signora del Prime Time, piena delle sue amatissime caramelle al limone.
E così vincente Maria che magari, oggi, potrebbe essere l’unica a centrare l’impresa di federare e portare alla vittoria persino questo scapezzatissimo centrodestra. Con Gianni Sperti al ministero della Sanità e Tina Cipollari agli Esteri, che poi non è che Angelino sia parso tanto meglio finora, eh.