Pubblichiamo la poesia “Natale in cella” di Robert Brasillach, scritta nel Natale 1944, quando il giornalista francese era recluso nel penitenziario di Frenes. Un pensiero per tutti i giovani e meno giovani che pagano per le proprie idee scomode.
“Cosa importa ai fanciulli del caso
Che li ha sbarrati dietro un chiavistello:
Natale non è per i fortunati,
Natale è per i maltrattati.
Ecco la notte: non è tardi,
Ma la campana squilla per loro.
Buon Natale ai ragazzi in cella,
Natale dei duri e dei ladri,
Di quelli per i quali la vita non fu dolce,
Della ragazza che batte il marciapiede,
Dei ragazzi che seguivano la scuola mal volentieri.
Essi ti conoscono come noi.Natale dietro le sbarre,
Natale senza albero e senza allegria,
Natale senza fuoco e senza doni,
E’ quello del posto in cui siamo,
Dove gli altri hanno scontato le loro colpe
Sulla paglia dove altri hanno dormito.I capi che abbandonano i loro ragazzi,
Quelli che scappano, i ricchi,
Bevono “secco” nei loro ricevimenti
In Baviera o in Austria.
Ma noi nelle nostre celle,
Siamo contro quelli che bevono.Io ti accolgo, Natale di qui,
Buon Natale di un cattivo passato:
Tu sei il Natale dei proscritti,
Di quelli che ridono nella sventura,
Dei poveri diavoli traditi,
E dei giovani di buona razza.Noi sappiamo che stasera fuori di qui
Gli amici e i cuori fedeli,
I ragazzi che mangiano al buio,
Malgrado il sonno, le loro prugne,
Pensano a quando ci rivedremo
E ci tendono le mani fraterne.E per poter rivedere, o voi che siete fuori,
Il vero Natale della nostra infanzia,
E’ sufficiente fissare ancora,
Gli occhi sull’ombra dell’assenza
Per fugare la malasorte
E far rifiorire la speranza”.