Una presa di posizione netta: la Fondazione An, danneggiata dalla vendita sotto costo di un bene che aveva ricevuto “per la buona battaglia”, deve intervenire per difendere l’onore di una storia politica costruita sulla milizia e sul sangue di generazioni di militanti. Questa la proposta degli intellettuali di area riuniti nel comitato scientifico e culturale della Fondazione An
Il comitato scientifico-culturale della Fondazione Alleanza Nazionale, appresi i contorni sconcertanti dell’inchiesta che ha coinvolto l’ex presidente di An Gianfranco Fini, raccoglie il disagio e la sofferenza di quanti si sono riconosciuti per anni nel grande patrimonio ideale, morale e politico della destra nazionale e sociale, spesso pagando di persona la loro scomoda e onesta militanza, sacrificandosi o sostenendo il Msi e poi An con generose donazioni. Una vicenda così oscura non può trascinare un’intera area politica e una comunità di più generazioni, a cui proprio in questi giorni la Fondazione ha dedicato una Mostra, ancora in corso, per ricordare i settant’anni della nascita del Movimento Sociale Italiano. Per questi motivi il Comitato scientifico-culturale, con decisione unanime scaturita dalla riunione di ieri, chiede alla Fondazione AN – auspicando che vi si associno anche il Secolo d’Italia e i rappresentanti politici provenienti da An – di pronunciarsi in merito, intraprendendo tutte le iniziative conseguenti per tutelare l’onorabilità e l’eredità spirituale, storica e patrimoniale della destra nazionale, dei suoi esponenti, militanti e simpatizzanti. (Il presidente del comitato Marcello Veneziani)