Fabio Capello è un’icona intramontabile del nostro calcio. Un maestro di generazioni. E ancora una volta, raccontandosi alla Gazzetta dello Sport, dimostra di essere speciale: da Putin – mentre parla ha in mano “Vita di uno zar” di Gennaro Sangiuliano, illustre firma di barbadillo.it -, alla Chiesa ortodossa e al cattolicesimo, a Trump, a Berlusconi, al Milan, alla Roma, don Fabio dice la sua.
Leggere Sangiuliano per capire Putin
“Mi piace la politica e ho vissuto in Russia per tre anni e mezzo senza poter mai conoscere Putin. Volevo capire un po’ di più quello che sta facendo e qual era la sua storia. Credo che in Italia abbiamo una visione sbagliata di lui. Pur essendo un uomo non di sinistra, volevo comprendere la sua gestione in una versione diversa da quella dei giornali. Nel libro c’è il suo modo di pensare e di vivere ascoltando la voce di tutti”.
L’importanza di Lavrov
“Non è questione di potere, ma di politica. Di sicuro Putin è un grande politico, che si avvale di un ottimo ministro degli Esteri (Lavrov, ndr). Mi auguro quindi che resti per molto tempo alla guida del Paese”.
Putin leader necessario
“Essendo (la Russia) così complessa da gestire, occorre un uomo del suo carisma e della sua decisione. Certi sistemi di gestione del potere sono necessari, anzi indispensabili. Viaggiando per la Russia mi sono fatto l’idea della necessità che esista questo uomo. Putin, d’altronde, è figlio della Seconda Guerra Mondiale, di quei tempi durissimi”.
Putin e Berlusconi
“Berlusconi è intelligente e pragmatico, proprio come Putin. Capisce con chi deve allearsi per raggiungere obiettivi economici e di pace. L’embargo alla Russia, ad esempio è una cosa che ha danneggiato molto l’Europa e l’Italia in particolare. Alla fine, poi, tutto quello che arrivava da noi, i russi hanno trovato altre strade per averlo. Sotto questo aspetto Berlusconi e Putin si sono trovati in sintonia. Certo, l’annessione della Crimea è stata una cosa grave, ma l’embargo non è la strada giusta. Senza contare che la Crimea è molto russa e un referendum in fondo c’è stato”.
Berlusconi “tradito”
“A me dispiace vedere questa gente, che ha avuto benefici, subito pronta a dimenticare”.
Fiducia nel rapporto Putin-Trump
“Io ho molta speranza. Spero che non si vadano più a mettere i missili Nato vicino al confine e che non si facciano le esercitazioni nei pressi dei Paesi Baltici o dell’Ucraina. Mi sembrano delle provocazioni. Proprio per vedere la Russia “sdoganata” tifavo Trump”.
Non serve un Putin italiano
“No, la Russia ha bisogno di Putin, noi no. Noi abbiamo la chiesa cattolica, tanti partiti e non abbiamo le dimensioni enormi e le differenze etniche e religiose che hanno loro”.
Tante voci (occidentali) su Putin, poche verità
“Guardi, tante sono solo voci. Certo, da parte dei giornalisti c’è un timore nel parlare del potere che viene dal periodo comunista, dove tutti spiavano tutti. Occorrerà una generazione per cambiare le cose. Comunque, come dicevo, non si possono usare gli stessi criteri nostri per giudicare quel mondo”.
Russia esclusa da Rio: non tutti erano dopati
“Io credo che per prendere queste decisioni avessero in mano delle prove; non puoi andare contro una Nazione così importante senza averne. La cosa brutta è che nel calderone ci è caduto dentro anche qualche atleta pulito e quindi sacrifici di anni sono andati in malora”
Papa Francesco: bene, ma parla un po’ troppo
“Ha fatto molte cose buone, sopratutto sul fronte degli abusi sui bambini, che per me sono imperdonabili. Certo, forse parla un po’ troppo e così a volte risulta meno efficace. E poi voglio dirle una cosa: ero all’udienza in Vaticano il giorno prima della partita della Pace, e alla fine non ci ha dato la benedizione. Ci sono rimasto male”.
Arte e Serie A, tra passato e futuro
“La mia era quella dei Fontana e dei Burri, ora può essere dei Castellani. I primi hanno fatto la storia, questo pittore ancora no. Se vogliamo tornare a essere dei Fontana, occorre aver coraggio e lanciare i giovani”.
Cosa manca a Milan e Roma per raggiungere la Juve
“Alla Roma poco. Ora che con Dzeko ha trovato il centravanti, deve convincersi della propria forza. E non mi sarei mai immaginato che Totti avrebbe giocato fino a 40 anni, perché aveva la tendenza a ingrassare. Lo vedevo con un fine carriera alla Ronaldo, invece è stato bravo a capire come allenarsi e nutrirsi. Il Milan è più indietro, è un cantiere. Montella sta facendo un bel lavoro. Da calciatore non avrei immaginato che diventasse allenatore. Non vedevo in lui questa voglia, però ha sempre avuto fantasia napoletana e riesce a trasmetterla ai giocatori”.