L’Unione Europea va alla guerra contro la disinformatjia. E accusa senza mezzi termini la Russia di Putin di far propaganda anti-Ue e mette Mosca (quasi) al livello dell’Isis. Infine l’auspicio che sui social vengano normalizzati i toni dello scontro e che i giornali diventino esempi per i cittadini.
C’è una proposta davanti al Parlamento Europeo che porta la firma della signora Anna Elzbieta Fotyga, già ministro degli Esteri della Polonia, eurodeputata per il gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei.
I nemici individuati sono tre: la Russia, l’Isis e quei media che se ne fregano di fare da esempio. In merito alla Russia, che fa propaganda, il documento – tra gli altri punti – spiega: “Mosca incontra l’Ue per scopi di propaganda e non per una reale volontà di dialogo”. E ancora: “il governo russo sta impiegando in modo aggressivo un’ampia gamma di strumenti e meccanismi, come gruppi di riflessione e fondazioni speciali (ad esempio Russkiy Mir), enti speciali (Rossotrudnichestvo), stazioni televisive multilingue (ad esempio RT), presunte agenzie di informazione e servizi multimediali (ad esempio Sputnik), gruppi sociali e religiosi transfrontalieri (in quanto il regime vuole presentarsi come l’unico difensore dei valori tradizionali cristiani), nonché social media e troll della rete per sfidare i valori democratici, dividere l’Europa, raccogliere sostegno interno e creare una percezione di fallimento degli Stati nel vicinato orientale dell’UE; sottolinea che la Russia investe, nei suoi strumenti di disinformazione e propaganda, notevoli risorse finanziarie impiegate sia direttamente dallo Stato sia mediante organizzazioni o società controllate dal Cremlino; sottolinea come, da un lato, il Cremlino finanzi partiti politici e altre organizzazioni all’interno dell’UE, allo scopo di minare la coesione politica, e, d’altro lato, come la propaganda del Cremlino intenda colpire direttamente giornalisti, politici e individui specifici all’interno dell’UE”.
E quindi: “Preoccupati per la rapida espansione delle attività ispirate dal Cremlino in Europa, tra cui attività di disinformazione e propaganda finalizzate a mantenere o accrescere l’influenza Russa per indebolire e dividere l’Europa; sottolinea che un’ampia parte della propaganda ostile del Cremlino è volta a descrivere alcuni paesi dell’Europa come appartenenti alla “tradizionale sfera d’influenza della Russia“, minandone in tal modo la sovranità e l’identità dalle profonde radici europee, che in passato è stata compromessa dai regimi comunisti; rileva che una delle sue principali strategie consiste nel diffondere e imporre argomentazioni alternative, spesso basate su un’interpretazione manipolata dei fatti storici, con l’obiettivo di giustificare le sue azioni esterne e i suoi interessi geopolitici; rileva che la falsificazione della storia è una delle sue principali strategie; constata, a tale riguardo, la necessità di condurre un’opera di sensibilizzazione in merito ai crimini dei regimi comunisti attraverso campagne pubbliche e sistemi di istruzione, nonché di sostenere le attività di ricerca e documentazione, in particolare negli ex membri del blocco sovietico, per contrastare le argomentazioni del Cremlino”.
@barbadilloit