Oltre ai record, c’è la politica. Oltre l’atleta, il ribelle. Dagli abissi, alla destra, al seggio in Senato con Alleanza nazionale: Enzo Maiorca è anche questo, uno dei tanti sportivi prestati alle istituzioni. Un’avventura – e c’era da aspettarselo – vissuta con insofferenza, tant’è che dopo l’elezione nella XII legislatura, la prima dell’era Berlusconi e quindi del ribaltone leghista, “ha ritenuto di non doversi candidare per la successiva”. Non è una ritirata strategica, semmai uno schiaffo. A lui interessavano il mare e l’ambiente e per essi ha continuato a spendersi, dentro e fuori il Palazzo. Con dignità di uomo tutto d’un pezzo che non si sottraeva allo scontro, neanche con le multinazionali. Uno di quelli che bestemmiava davanti alle telecamere senza preoccuparsi di offendere la sensibilità di alcuno, se non la sua.
Gli atti parlano chiaro. E ci dicono della sua battaglia contro la deturpazione chimica di Priolo, un lembo di Grecia Antica prestato alla Sicilia orientale per essere intossicato da fumi irrespirabili. Quella battaglia l’ha combattuta tutta. L’interrogazione del 25 agosto 1994 titola appunto “l’Inquinamento dell’area Priolo e Augusta”. Sullo stesso tema ci tornerà a fine mandato, con la richiesta di “misure atte a ridurre i carichi inquinanti nell’area di Siracusa, Priolo e Augusta”. In mezzo: “Erosione delle coste”; “Eternit Siciliana, sotterramento amianto e sospensione lavoratori”; “Scarico in mare tra Bari e Molfetta di materiali belici e chimici”; “Inchiesta sull’uso di animali a fini sperimentali”. Temi pesanti da affrontare. Ma lui poteva, anche perché nessuno avrebbe potuto smentirlo, nessuno burocrate era arrivato dove aveva osato lui.
Arriva poi la sfida alle istituzioni. Dal 1998 entra nella Commissione Ambiente (Extraparlamentare) – da notare la parentesi – e dal 2006 ne è vicepresidente. Anche lì, gli studi presentati sono un pugno nello stomaco: “Contro la cementificazione delle coste”; “Perché sono contrario al Ponte sullo Stretto” – tema tornato di recente nell’agenda dei Matteo Renzi e Graziano Delrio; Le centrali nucleari. Per le sue battaglie, nel 2006 arriva, intanto, la medaglia d’oro al Merito di Marina perché «con passione e determinazione ha lottato per la salvaguardia del patrimonio naturalistico marino, un limpido esempio di amore per il mare, inteso come ragione di vita».
Dalla Sicilia, gli fa eco oggi Fabio Granata, già parlamentare della destra-ambientalista: “Enzo è stato il più consapevole tra i cittadini siracusani e le sue battaglie fondamentali e appassionate in difesa del mare, dell’ambiente, del paesaggio e della cultura devono diventare patrimonio comune e traccia indelebile di memoria». Da lì la richiesta di un riconoscimento a cui le istituzioni sono chiamate a rispondere: «Per questo – continua Granata – bisogna ricordarlo anche attraverso il coronamento dell’ultima delle sue mille battaglie:si istituisca subito la Riserva del Plemmirio e si intestino sia l’Area Marina protetta che la Riserva a Enzo Maiorca,colui che più di ognuno di noi ha combattuto per la sua difesa e per la sua identità minacciata”.