Ezra Pound non fu il solo grande poeta in lingua inglese a schierarsi dalla parte dei vinti nella Seconda guerra mondiale. Delle simpatie di T.S.Eliot per l’Action Française si sa quasi tutto, anche se ce lo si dimentica spesso, mentre William Butler Yeats, morto appena prima dello scoppio del conflitto, scampò proprio per questo, nonostante le sue dichiarate simpatie per la Germania, alla gogna cui fu inchiodato Pound.
Anche il celebrato poeta gallese David Jones espresse ammirazione per il fascismo italiano, e così il sudafricano Roy Campbell, che addirittura combatté nella guerra civile spagnola a fianco dei falangisti e così pure Henry Williamson, il celebrato autore di best-seller per ragazzi come Tarka la lontra, affascinato dal Congresso di Norimberga, cui partecipò come spettatore, tornato in patria fu attivo membro del partito di Oswald Mosley, senza mai rinnegare nulla.
Ma è un altro poeta statunitense, Robinson Jeffers, tanto grande quanto, oggi, rimosso per le sue idee, che ha scritto nel 1945 alcuni scomodi versi dedicati al Pound prigioniero. Di Jeffers, in italiano, non c’è più molto in circolazione: fu pubblicata negli anni Sessanta per Guanda una bella selezione poetica curata da Mary de Rachewiltz, che ha curato anche una successiva edizione di Campofame arricchita da disegni di Renato Guttuso. Nel 1977, Einaudi ha poi pubblicato Cawdor a cura di Franca Bacchiega, ormai fuori catalogo, mentre, udite udite, l’unico testo attualmente disponibile nel mercato editoriale italiano è l’edizione a fumetti di Campofame curata nientepopodimeno che da Andrea Pazienza per le Edizioni Di. Il grande Paz, infatti, amava smisuratamente Jeffers, che ha continuato a leggere, rileggere e tradurre fino alla morte.
Processi ai criminali di guerra di Robinson Jeffers
L’inesplicabile cerimoniale prosegue, il boia aspetta; i laceri sopravvissuti
Capi della Germania stanno per imparare che Vae Victis
Significa Weh den Gesiegten. Questo genere di cosa può consolare i dolori
Degli Europei: ma non noi! – Anche noi abbiamo catturato
Un poeta, un uomo smilzo petulante come un pipistrello al crepuscolo,
Accusato di essere un traditore del suo paese. Ho nella mia torre un pipistrello
Che ne sa di più sul tradimento, e sul suo paese.
(Novembre 1945)