La visita del signor Renzi a casa di mister Obama è una palese trastola che giustificherebbe l’ingaggio dello spin doctor americano Jim Messina. La politica si fa (anche) così, con gli annunci e i testimonial. Obama e la messe dei capitali Usa pronti a essere investiti qui (ambasciatore dixit) sono i padrini del Sì al Referendum. Zagrebelsky e la memoria dei (cosidetti) Padri Costituenti (rigorosamente con la lettera grande, sennò si offendono) lo sono del “no”. E’, questa, una battaglia tra le sinistre? Sì. Almeno a prestare ascolto alle (noiose) motivazioni dei duellanti
Sono retoriche, quelle che si battono, da cui la destra è completamente scomparsa. Da un lato il neoliberismo che si professa di centrosinistra ma si accuccia al volere della finanza internazionale. Dall’altro un’impostazione conservatrice di sinistra, anomalia italiana, del culto bigotto di una costituzione sicuramente riformabile, abbastanza mediocre ma cristallizzata e intangibile, “la più bella del mondo” perché altrimenti (essendo questa il più nobile prodotto nato dal mito della resistenza) cadrebbe l’intera impalcatura ideale su cui si regge la (presunta) superiorità morale, antropologica e politica della sinistra stessa. E la destra? Usa a strepitar tacendo.
Come fa ormai da troppo tempo, limitandosi a battaglie di retroguardia spesso male impostate. L’indirizzo di votare “no” è motivato dalla volontà di veder stramazzare al suolo il governo Renzi. Motivazioni ottime dal profilo della comunicazione, un po’ meno sotto quello politico. C’è pure qualcuno che vorrebbe votare “sì” perché “è la stessa cosa che voleva fare Berlusconi” ma lo dice sottovoce, spesso lo sussurra all’orecchio del dirigente dem che vuole sedurre. Francamente, le ragioni per votare sì sono pressoché nulle, ma altrettanto poca è la voglia di voler arricchire il carnet di voti da offrire in olocausto ai gendarmi della “più bella del mondo”, gli stessi che vedono fascisti ovunque salvo poi apprezzarne la forza bruta nell’urna.
Astensione? Distanza snob? Un bel “me ne frego” folkloristico o una più raffinata e arrabbiata apolitia di evoliana memoria? Niente di tutto ciò. La costituzione va scritta da capo a piedi perché nel momento in cui siamo va riscritto e soprattutto ri-condiviso un patto sociale dato che viviamo sull’orlo dell’abisso di una tensione sociale da paura. Ma non come vuole fare questo governo, pigliando ordini dall’alto dei Suv oscurati dei lobbisti internazionali, manco fosse l’operatore di un McDrive.
Se per ragioni di bottega s’ha da strepitare, lo si faccia. Ma si sia consapevoli del fatto che si sta perdendo l’ennesima occasione per rincorrere il miraggio di copiose messi di voti populisti che (e Grillo gode) non vedranno mai.