Il compagno Tsipras, il mitico e fulgido esempio della sinistra dura e pura, ha deciso la privatizzazione dei servizi di acqua e gas in Grecia. Da “tutto il potere al popolo” è passato a “tutto il potere alle multinazionali”. Ed il popolo si arrangi. Paghi o rinunci a bere. In fondo, dopo le politiche imposte dal governo di sinistra benedetto dalla Troika e dalla gauche caviar, il gas è meno importante perché il popolo greco mangia di meno. Un passo dopo l’altro si sta smantellando non solo lo stato sociale ma anche ogni minima garanzia per la sopravvivenza di una popolazione ignorata da tutti.
Già, perché gli organismi internazionali che se ne fregano delle condizioni igieniche e sanitarie dei greci, che se ne fregano se i bambini si nutrono a sufficienza, sono gli stessi organismi che bacchettano la Grecia perché non fornisce una adeguata accoglienza alle decine di migliaia di migranti che il buonista Tsipras continua a lasciare arrivare sulle isole greche e sulla terraferma. Buonista solo per gli allogeni, evidentemente.
Ed è significativo il silenzio della sinistra italiana che, sull’onda dell’entusiasmo per i compagni ellenici, aveva addirittura schierato alle elezioni una lista con il nome greco. Muti, adesso, di fronte al dramma di un popolo che ha comunque la colpa di essersi fidato di Tsipras.
Che, comunque, è in buona compagnia proprio sul fronte dell’attacco al popolo attraverso l’acqua e l’energia. Il “destro” Macri, presidente dell’Argentina che tanto piace a Renzi ma anche ai moderati italiani, ha aumentato sino a mille volte le tariffe di acqua ed elettricità. Per poi rassegnarsi, magnanimamente, ed accontentarsi di rincari del 400%. Una politica che, ci hanno spiegato, era indispensabile per il rilancio dell’Argentina dopo gli anni del peronismo. In effetti i risultati del rilancio e dello sviluppo si stanno vedendo: è aumentata a dismisura la fascia della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà ed il Pil ha cominciato a precipitare anche nelle rilevazioni mensili.