Giorgio Albertazzi non è degno di essere cittadino onorario di Volterra. Lo dice l’Anpi locale che in un’estate contrassegnata da terrorismo e catastrofi naturali, non trova niente di meglio da fare che mettere in discussione colui che Repubblica definisce “l’ultimo imperatore del teatro”. Il comune toscano ha deciso di premiare l’artista per il suo impegno in città, spesso presente al teatro e fondatore nel 1995 di un fortunato laboratorio teatrale. Eppure l’Anpi, sempre sul pezzo, ha deciso di rispolverare l’appartenenza dell’attore alla Repubblica Sociale Italiana, peraltro nota e mai rinnegata.
“Abbiamo atteso fino ad ora per non creare polemiche, ma ora vogliamo chiarire il motivo di questa nostra posizione che non riguarda i meriti artistici dell’attore ma la sua vicenda personale“, spiegano su Facebook i solerti partigiani, corredando il tutto con la foto decisamente fuori luogo di un partigiano impiccato.
D’altronde per un’associazione come l’Anpi, l’unica possibilità di sopravvivenza è cercare di portare avanti ogni giorno una surreale lotta contro i fantasmi del passato, nel tentativo di non far accorgere gli italiani che siamo nel 2016.
«Perché prendersela con Giorgio che non c’è più? – replica la vedova su La Nazione -. Si ricordino che l’Anpi è un istituto culturale pagato dagli italiani: e Albertazzi è stato un grande italiano, ha ricevuto i più alti riconoscimenti dallo Stato. Questa cosa è allucinante. Devo ricordarlo io che quello era un periodo di guerra civile? Ci sono foto di partigiani illustri con teste mozzate, sbandierate, che hanno ucciso altri uomini. Mi chiedo: se Giorgio fosse stato dall’altra parte sarebbe stato migliore? È solo una speculazione vergognosa verso chi non può più difendersi».
Ps Ovviamente per noi Albertazzi è un grande italiano, che abbiamo ricordato così nel giorno della sua scomparsa